Berlusconi: ecco il programma concordato con Salvini e Meloni

Berlusconi: ecco il programma concordato con Salvini e Meloni
1 novembre 2015

di Enzo Marino

Un programma in sei capitoli, concordato con Matteo Salvini e Giorgia Meloni, viene illustrato da Silvio Berlusconi nel nuovo libro di Bruno vespa ‘Donne d’Italia’ in uscita giovedì 5 novembre da Mondadori Rai Eri. Berlusconi si è dato due anni di tempo per costituire una “Crociata della Democrazia, una Catena di Sant’Antonio della Libertà associando su piani distinti politici e società civile”. La flat tax – prevede il programma – è portata al 22 per cento, mentre sarebbero esenti i redditi fino a 12mila euro. Riduzione della pressione fiscale sotto il 40 per cento, via Irap e imposte di successione. Chiusura di Equitalia. Contante fino a 8.000 euro. Il centrodestra vorrebbe introdurre una moneta nazionale aggiuntiva all’euro il cui valore verrebbe determinato dal mercato. Pensione minima a 1.000 euro su tredici mensilità, pensione alle mamme. In campo giudiziario, viene riproposta la distinzione delle carriere dei pubblici ministeri rispetto ai giudici, una nuova disciplina delle intercettazioni e della custodia preventiva, non appellabilità delle sentenze di assoluzione.

A proposito della Fondazione Einaudi, Berlusconi afferma che dovrà avere vita autonoma dai partiti. E all’obiezione di Vespa secondo cui è molto difficile trovare i soldi per la flat tax, il presidente di Forza Italia risponde: “Con i soldi che ha speso Renzi in un anno e mezzo, avrebbe fatto la Flat tax già tre volte”. E aggiunge: “La Flat Tax cambia l’Italia. Per la gente potrebbe essere anche l’unico punto del programma, ci voterebbe solo per questo. L’unica strada che ci è davvero rimasta per ripartire”. E sul futuro premier? “Se il candidato alla presidenza del Consiglio non fossi io – conclude – che molti percepiscono ormai come un politico professionista, ma una persona che ha dimostrato nella vita di saper fare molto bene e ha saputo conquistarsi la fiducia di un pubblico vasto con la sua attività fuori della politica, molti tornerebbero a votare. A noi basterebbe il venti per cento per superare di gran lunga la sinistra”.

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