Il Cav: torno e vinco le comunali

Il Cav: torno e vinco le comunali
13 novembre 2015

di Daniele Di Mario

Di nuovo in campo – e in tv – per vincere le amministrative. Silvio Berlusconi torna nel salotto televisivo a lui più congeniale, Porta a Porta di Bruno Vespa, e lancia la sfida per il voto di primavera: “Sono tornato in campo perché abbiamo le elezioni in città importanti di cui il centrodestra deve assicurarsi il governo dopo i peggiori sindaci scelti dalla sinistra con le primarie”. E pazienza se, nei sondaggi, la Lega è in vantaggio su Forza Italia. “Non mi preoccupa – dice il Cav – Nel 2013 eravamo all’11% e quando ho ricomincisto ad andare in televisione in 23 giorni ho portato FI al 21%”. Concetti che Berlusconi ha ribadito l’altra sera a Palazzo Grazioli, nella cena con i coordinatori regionali e i capigruppo di FI. L’obiettivo è far tornare il partito al 25-30%, così da assestarlo come prima formazione del centrodestra. Quanto alle amministrative, Berlusconi ha scoperto un po’ le carte, lanciando Gianni Lettieri candidato sindaco a Napoli e Osvaldo Napoli a Torino. Quanto a Roma, la manifestazione di Bologna con Matteo Salvini e Giorgia Meloni cambia lo scenario. La priorità, adesso, è tenere unito il centrodestra. Berlusconi ha spiegato che Alfio Marchini rappresenterebbe un’ottima scelta, ma solo con il sostegno di Fratelli d’Italia. La prossima settimana – ha aggiunto – verrà avviato il tavolo nazionale sotto la supervisione di Altero Matteoli per scegliere i candidati nelle città capoluogo al voto e si parlerà anche di Roma. Se Giorgia Meloni avanzerà la propria candidatura FI la sosterrà convintamente e fino all’ultimo, purché sciolga al più presto la riserva.

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Berlusconi da un lato vuole l’unità del centrodestra, ma dall’altro crede che Marchini abbia maggiori possibilità di vincere in quanto in grado di andare oltre i partiti. Insomma, la porta resta aperta alla candidatura dell’imprenditore, anche se prima bisognerà trovare l’accordo con FdI. Marchini insomma dovrà convincere la Meloni e Salvini, il quale non si è mai pronunciato, aprendo al sostegno della leader di FdI ma al contempo tenendo in campo la candidatura di Souad Sbai. Ma su Marchini anche FI è divisa. Quanto a Bologna, resta lo stallo tra la candidatura azzurra di Galeazzo Bignami e quella leghista di Lucia Borgonzoni. Per Milano, invce, Berlusconi non ha dubbi: a cena ha ribadito di avere un nome fuori dai partiti di sicuro successo, ma di non farlo per timore di bruciarlo. Si parla, oltre a Paolo Del Debbio, di Paolo Scaroni. Sulle politiche, il Cav è convinto che alla fine Renzi non cambierà l’Italicum, di qui la decisione di andare a Bologna per cominciare a gettare le basi alla lista unica di centrodestra e non essere accusato di essere filorenziano. Sul premier Berlusconi scherza: “Non è di sinistra, è un vecchio democristiano”. Tant’è che Berlusconi garantisce che FI voterà l’abolizione della tassa sulla casa. E a Vespa rivela: “Il Patto del Nazareno prevedeva la modifica alla legge Severino”. Circostanza subito smentita dallo stesso Renzi e dal vicesegretario Pd Lorenzo Guerini.

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Sulla leadership Berlusconi non si sbilancia: “Vedremo col tempo. L’importante è che il centrodestra sia unito, si è ricompattato e farà opposizione insieme in Parlamento. Il leader sarà il candidato premier” e, senza un accordo, il Cav non esclude le primarie. Perché l’obiettivo è e resta vincere le politiche: “Io sono convinto che alle prossime elezioni politiche possiamo puntare al 51%” instaurando un contatto diretto con gli elettori e con un “programma preciso a cui sto lavorando da molto tempo e con una grande crociata per la democrazia e la libertà, una sorta di catena di Sant’Antonio”. Quanto a Salvini, per Berlusconi il segretario del Carroccio non ha grandi differenze rispetto a Umberto Bossi: “È nella Lega da sempre, ha il grande merito di averla portata dal 4% al 14%: questo ci fa un mare di piacere perché rafforza il centrodestra. Con Salvini ho un rapporto molto cordiale e questo potrà sfociare in un accordo sul programma di governo. Sono assolutamente soddisfatto della Lega al 15% perché porta 11 punti in più nel centrodestra”. La minaccia non arriva né dagli alleati né dal Pd, ma da Grillo. Per Berlusconi infatti la situazione è “ancor più pericolosa” rispetto al 1994, “perché i sondaggi dicono che al ballottaggio andrebbero Pd e M5S”. Due pensieri anche per Diego Della Valle e Angelino Alfano. Sul primo il Cav dice: “Ho parlato con lui e ci siamo dati appuntamento per un incontro, mi ha personalmente garantito che non ha intenzione di diventare protagonista della politica”. Sull’ex delfino il leader di FI è caustico: “Da solo vale l’1%, andrà sicuramente con Renzi”. Quanto ai transfughi Ncd, “chiunque pensa di poter essere utile al centrodestra sarà il benvenuto”.

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