di Enzo Marino
La Francia sotto “choc”, come hanno titolato Le Figaro e L’Humanité – due quotidiani dagli opposti colori politici – per la storica affermazione del Front national al primo turno delle elezioni regionali. In un Paese ancora traumatizzato dagli attentati del 13 novembre e alle prese con una disoccupazione alle stelle, il partito di Marine Le Pen ha portato a casa il 28% dei suffragi diventando almeno temporaneamente il “primo partito di Francia”, scavalcando i Republicains, principale formazione di destra guidata da Nicolas Sarkozy, e i suoi alleati centristi (27%) e relegando i socialisti al governo in terza posizione (23,5%). L’Fn, che ha battuto i precedenti record delle europee e delle dipartimentali, confermando quella che appare una inesorabile avanzata, prevista anche dai sondaggi, è arrivato in prima posizione in sei delle 13 nuove regioni, anche se potrebbe in teoria non vincerne nessuna al secondo turno (domenica prossima, 13 dicembre) ( dopo l’annuncio del ritiro dei candidati socialisti da quelle a rischio frontista, il tutto a vantaggio dei Republicains di Nicolas Sarkozy, proiettati pertanto a mettere le mani sul maggior numero di poltrone. Innegabile resta il successo personale di Marine Le Pen e della nipote Marion, la prima a Nord nella regione del Nord Pas de Calais-Picardie dove ha ottenuto il 41% circa delle preferenze, la seconda al Sud, nella regione Provenza Costa Azzurra con il 41% circa dei voti, ma anche dello stratega del partito, Florian Philippot, nella grande regione dell’Est Alsazia-Champagne-Ardennes-Lorena. Superando i 6 milioni di voti, il Front national si è così avvicinato al record personale di Marine Le Pen (6,4 milioni di voti alle presidenziali del 2012).
“Il popolo francese ne ha abbastanza: di elezione in elezione, conferma la sua fiducia al Front national. Io credo che i francesi abbiano voglia di provare il Front national”, ha affermato Marine Le Pen che secondo più commentatori, cercherà di usare questo ennesimo successo come trampolino di lancio per le presidenziali del 2017. Grande perdente, il Partito socialista, arrivato primo in sole due regioni, ha subito annunciato per bocca del suo segretario, Jean-Christophe Cambadélis, il ritiro delle sue liste dal secondo turno di domenica prossima nelle regioni a rischio Fn per tentare di sbarrare la strada in primis alle frontiste zia e nipote a Nord e a Sud e poi anche allo stratega Phillippot a Est, dando di conseguenza consegna ai propri elettori di votare per i candidati della destra. Un “sacrificio” per i socialisti che in queste regioni “non avranno nessun rappresentante” per circa sei anni”. La consegna ha ricevuto la pronta adesione dei candidati delle regioni dove sono in lizza le due Le Pen mentre è stata respinta per il momento dal candidato dell’Est nonostante il rischio rappresentato da Philippot. Niente sacrifici in funzione anti-Front national invece per Nicolas Sarkozy. In linea con quanto dichiarato durante la campagna elettorale, l’ex presidente della Repubblica ha ribadito la sua strategia del “ni-ni”, ovvero “né il ritiro” dei candidati dalle liste dove è arrivato terzo, “né la fusione” con i socialisti al ballottaggio del 13 dicembre. Una posizione che è stata avallata quasi all’unanimità dall’ufficio politico dei Republicains in una riunione di ieri mattina, ma che il Primo ministro socialista Manuel Valls ha subito bollato come “irresponsabile”.