Sindacati, Anci e Regione chiedono incontro Roma. “La proroga non ci convince”

11 dicembre 2015

Un documento congiunto sindacati, Anci ed esecutivo regionale per chiedere immediatamente un incontro al governo nazionale e alla commissione Bilancio alla Camera sul futuro dei precari siciliani. L’emendamento regionale per prorogare i contratti a termine dei 22mila lavoratori con i contratti in scadenza tra dicembre e il 2016, “non ci convince. Per come è scritto – hanno comunicato da Fp Cgil sicilia – persino la proroga non è possibile per tutti. I vincoli normativi e finanziari che hanno già bloccato in passato le proroghe per gli enti in dissesto e predissesto, infatti, restano e rendono il percorso individuato inutile per molti”. La decisione è stata presa oggi alla fine di una mattinata di protesta a Palermo. In piazza migliaia di precari e una folta delegazione di sindaci capeggiata dal primo cittadino di Palermo e presidente dell’Anci Leoluca Orlando.

“Il tempo è scaduto e anche la cabina di regia proposta dall’assessore Luisa Lantieri – dice Mimma Argurio, segretaria regionale della Cgil – è una perdita di tempo. E’ ora di dire basta alle proroghe e farci sentire a Roma per risolvere definitamente il problema”. Il documento che sarà presentato al governo nazionale e che porterà la firma anche del vicepresidente della Regione, Mariella Lo Bello, rilancerà il protocollo firmato da sindacati e Anci lo scorso luglio attraverso tre passaggi chiave: superamento del regime delle proroghe avviando i processi di stabilizzazione nelle dotazioni organiche; storicizzazione delle risorse da parte della Regione in favore degli Enti; superamento dei vincoli finanziari e di nuove assunzioni da parte dello Stato. “La questione – ha detto Palazzotto – riguarda non solo gli Enti locali ma, gli Lsu, il personale a contratto della Regione e del comparto Sanità che assicurano servizi pubblici ormai da 20 anni. Creare una nuova Agenzia significa aggirare il problema, mettendo su solo un carrozzone alle dipendenze della politica”. Tra le proposte del governo regionale venute fuori dal confronto, anche quella di prevedere una mobilità orizzontale del personale con passaggi dei lavoratori da un ente all’altro.

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