Libia, Conferenza di Roma: urgente un governo libico

Libia, Conferenza di Roma: urgente un governo libico
13 dicembre 2015

Un governo di unità nazionale con capitale Tripoli è “urgente” e “necessario” per assicurare una governance alla Libia, promuovere la stabilità e lo sviluppo economico. E’ quanto si legge nel comunicato congiunto diffuso al termine della Conferenza internazionale di Roma sulla Libia. “Accogliamo con soddisfazione l’annuncio che i membri del dialogo politico libico firmeranno l’accordo politico a Skhirat il 16 dicembre”, si legge. “Incoraggiamo tutti gli attori politici a firmare l’accordo finale di dicembre e invitiamo tutti i libici sostenere uniti l’accordo”. I partecipanti alla conferenza hanno poi confermato il loro “forte impegno” a sostegno della “sovranità, dell’integrità territoriale, della coesione sociale” della Libia e “respingono ogni interferenza straniera”. “Esprimiamo la nostra determinazione a lavorare insieme con il governo di unità nazionale per sconfiggere gli affiliati dell’Isis in Libia e a eliminare la minaccia che pongono alla Libia stessa e alla comunità internazionale”, si legge ancora nella dichiarazione finale.

A differenza di quanto annunciato alla vigilia, alla conferenza hanno partecipato anche rappresentanti dei due parlamenti libici, Tripoli e Tobruk, e indipendenti. Quindi 21 le delegazioni che si sono riunite alla Farnesina, tra organizzazioni internazionali e Paesi, per la riunione presieduta da Italia e Stati Uniti, con il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e il segretario di Stato John Kerry. Tra i partecipanti i ministri degli Esteri dell’Arabia saudita, Adel al Jubeir, dell’Egitto, Sameh Shoukri, della Germania, Frank-Walter Steinmeier, della Giordania, Nasser Judeh, del Qatar Khalid bin Mohamed al Attiyah, della Turchia, Mevlut Cavusoglu, e degli Emirati arabi uniti, Sheikh abdullah bin Zayed bin Sultan al Nahyan.

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Il “messaggio chiaro” che esce dalla Conferenza internazionale di Roma sulla crisi libica è che “nel lungo periodo è fondamentale la stabilizzazione della Libia anche per il contrasto al terrorismo”, ha detto Gentiloni, sottolineando che “la minaccia del Daesh è certamente rilevante, consolidata nell’area di Sirte, è una minaccia che la comunità internazionale affronterà nei prossimi due mesi”. “C’è un piano per far tornare un governo a Tripoli entro 40 giorni”, ha detto John Kerry, secondo il quale “non possiamo permettere che vada avanti l’attuale situazione in Libia”, perchè “è pericoloso per tutti”. Kerry ha quindi sottolineato che la maggioranza dei libici è pronta a firmare l’accordo per un governo di unità nazionale che “sarà l’unico governo legittimo”, così come il processo negoziale mediato dall’Onu è “l’unica iniziativa legittima”. Da parte sua, l’inviato dell’Onu per la Libia, Martin Kobler, ha ribadito che le parti libiche firmeranno il prossimo 16 dicembre a Skhirat, in Marocco, l’accordo politico per dare vita a un governo di unità nazionale. “Ci stiamo muovendo verso la prossima fase, ossia quella di firmare l’accordo politico, di formare il governo e di garantire la sicurezza a Tripoli”, ha detto Kobler.

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