Gli italiani, i risparmiatori che depositano e investono i propri soldi nelle banche, devono stare tranquilli: il sistema creditizio del nostro paese è solido e comunque le istituzioni stanno agendo per arginare ogni tipo di difficoltà, a partire dalla crisi delle quattro banche locali che ormai – nell’immaginario collettivo – rappresentano le drammatiche difficoltà delle banche italiane. È senza dubbio questo il messaggio che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto lanciare in questi giorni, facendosi interprete sicuramente del disagio degli italiani. Primo, venerdì l’incontro con il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco; secondo, ieri le parole dette nel corso dello scambio di auguri con le alte cariche; terzo, oggi incontrando prima il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone (al quale il governo nei giorni scorsi ha affidato la gestione degli arbitrati nelle banche) e poi il presidente della Consob, Giuseppe Vegas. Un tour di consultazioni del presidente della Repubblica e un giro di orizzonte realizzato probabilmente con l’obiettivo di trasmettere agli italiani un chiaro messaggio: le istituzioni sono tutte unite per uno scopo, quello cioè della tutela del nostro sistema bancario e dei risparmiatori, anche se questo avviene con strumenti diversi, dalla Banca d’Italia alla Consob ed oggi all’Autorità anticorruzione.
L’obiettivo del presidente della Repubblica sembra essere quello, da un lato, di sollecitare le forze in campo a tutelare il risparmio degli italiani. Dall’altro, di far capire agli stessi italiani, a quelli più esposti a tempeste di questo genere, che non esiste alcun conflitto di istituzioni ma che il Paese cammina unito verso la soluzione dei problemi. È, insomma, quella del capo dello Stato, una conferma di quello che in sostanza è stato l’inizio del suo settennato e cioè un rapporto diretto con l’opinione pubblica, con la società, con gli italiani in difficoltà. Ancora, gli incontri del presidente della Repubblica di questi giorni sembrano anche dare una risposta a quella parte del mondo politico che da un valore particolare (senz’altro polemico) alle sue iniziative. Un capo dello Stato che è stato chiamato in causa direttamente anche dai risparmiatori vittime del malgoverno delle quattro banche e che – con un appello diffuso tramite stampa – hanno chiesto di avere con lui un incontro. Certo, richiesta non giunta formalmente – come hanno fatto sapere dal Quirinale – ma alla quale il presidente della Repubblica sembra aver risposto con le sue parole e con gli incontri di questi giorni. Un capo dello Stato, infine, che sembra aver anche voluto smorzare le polemiche ‘istituzionali’ sulla questione bancaria – anche in considerazione delle critiche Ue, arrivate soprattutto dalla Germania – e sul ruolo avuto dal governo.
In mattinata, si sono radunati a Roma, a via Nazionale, per protestare contro il ruolo avuto da Banca d’Italia e contro “l’inerzia del governo” nella vicenda dei 4 crack bancari (Cassa di Ferrara, Banca Marche, Banca Etruria e CariChieti). “Vogliamo i nostri soldi, ladri e vergogna” della protesta. Uomini, donne, pensionati e piccoli azionisti con cartelloni a seguito hanno urlato la loro rabbia contro una vicenda “che sta assumendo caratteri nazionali”. Durante la protesta, organizzata da Adusbef e Federconsumatori, si sono avuti momenti di tensione con i manifestanti che hanno improvvisato un mini corteo non autorizzato verso la sede della Banca d’Italia con il presidente di Federconsumatori, Rosario Trefiletti, che ha tentato di bloccare la marcia, arrivando anche allo scontro verbale con gli altri organizzatori. “Queste persone non devono rovinare tutto con azioni sconsiderate- ha detto- se fanno in questo modo ci mandano tutti al diavolo”. Il corteo è stato comunque bloccato dale forze dell’ordine a pochi metri dal PalaExpo. Una delegazione, però, si è potuta incamminare verso Bankitalia.