di Enzo Marino
L’ottimismo di Matteo Renzi che puntualmente anima titoli di giornali o dei tg sembra spegnersi davanti a un’analisi recuperata da un documento governativo pubblicato prima di Natale. Un report che riaccende il dibattito politico sulla reale situazione dell’economia italiana. Il documento è il Cruscotto congiunturale, un esame della dinamica dell’economia italiana elaborata dal Ministero dello Sviluppo economico soprattutto, ma non esclusivamente, sulla base di dati forniti da Eurostat e documenta in sostanza la fatica dell’Italia ad agganciare la ripresa con una distanza molto spiccata dai principali partner europei. Tra le segnalazioni contenute nelle tabelle del Mise, il differenziale i dati della produzione industriale: l’Italia ha recuperato, secondo Eurostat, il tre per cento rispetto ai livelli pre-crisi, restando lontana del 31,2 per cento dai massimi del periodo precedente; nello stesso periodo la Germania ha ripreso il 27,8 per cento rispetto al momento peggiore. In compenso, la fiducia delle imprese cresce dello 0,1 per cento in Italia e dello 0,5 in Francia, cala in altri paesi europei: dello 0,6 in Germania, del 2,9 in Spagna e addirittura del 9,2 per cento nel Regno Unito.
E tra i consumatori italiani la fiducia è salita del 7,7% negli ultimi sei mesi, mentre fra i tedeschi si registra nello stesso intervallo temporale un calo della fiducia del 7,5%. Pesanti per il Belpaese i dati sull’occupazione giovanile: Eurostat segnala un peggioramento dello 0,4 per cento negli ultimi sei mesi, ma è soprattutto il dato comparato a rendere visibile la differenza con i principali alleati europei; il tasso di occupazione giovanile è del 15,1 per cento in Italia, del 28,3 in Francia, del 43,8 in Germania. Il senatore della minoranza Pd, Federico Fornaro, vede nelle cifre “un sano bagno di realtà. Per l’Italia, nel 2016 più che nella narrazione e nelle invettive oramai logore contro i gufi, sarebbe utile e produttivo concentrare gli sforzi del Governo e del Pd per ritrovare una maggiore coesione sociale”. Arturo Scotto, presidente dei deputati di Sinistra italiana, parla di “una Italia che non ce la fa. Una Italia che il premier nel suo one man show di fine anno non ha raccontato”. Si fa viva anche Italia unica, il movimento fondato dall’ex ministro Corrado Passera, facendo notare che “l’Italia è la peggiore economia tra i big europei” e puntando il dito sugli “infondati ottimismi che sparge palazzo Chigi”.
Federconsumatori lancia un appello al Governo: “In mancanza di investimenti privati, lo Stato – si legge in una nota – si faccia carico di un piano di investimenti pubblici da quelli su innovazione e ricerca, a quelli infrastrutturali sul settore del turismo, alla messa in sicurezza del patrimonio culturale e scolastico del Paese”. “L’Italia viaggia in forte ritardo rispetto ai principali Paesi europei”, commenta il presidente dei senatori di Fi, Paolo Romani, secondo il quale “prima si esce dallo schema irresponsabile della propaganda renziana, secondo la quale va sempre e comunque tutto bene, e prima si affrontano con efficaci strategie innovative i nodi dello sviluppo economico del nostro Paese”. Toni ancor più duri dal capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, che parla di “euro-gufi alla riscossa” e avverte: “L’Eurostat ha reso nudo il re, lo ha privato di tutte quelle armi dialettiche delle quali si è servito in questi mesi. A nulla serviranno più gli scaricabarile del premier, se non a palesare la sempre più lampante incapacità politica sua e del suo governo”.