Senato, Verdini spacca Pd. Tre vicepresidenti commissione ad Ala

Senato, Verdini spacca Pd. Tre vicepresidenti commissione ad Ala
21 gennaio 2016

Non passano neanche 24 ore che il premier Matteo Renzi, restituisce il “favore”. Ieri sera, quando a Palazzo Madama la riforma costituzionale ha raggiunto la maggioranza assoluta è anche grazie a lui: Denis Verdini. La sua Ala, nuovo gruppo parlamentare nato da una costola di Forza Italia, ha dato il suo appoggio al governo. E oggi tre senatori del gruppo hanno ottenuto la poltrona di vicepresidente di altrettante commissioni parlamentari. Una cosa che, soprattutto a sinistra (vedi minoranza dem, ndr), ha creato una certa agitazione in vista di nuove e possibili alleanze di governo. I mal di pancia insomma non mancano e c’è chi si chiede se quanto stia accadendo coincida con la nascita di un nuovo equilibrio all’interno della maggiranza. Magari in vista di un possibile rimpasto.

VERDINIANI ALLA RISCOSSA Come previsto Palazzo Madama ha avviato il rinnovo dei vertici delle commissioni permanenti e gli uomini di Verdini hanno incassato 3 vicepresidenze. Pietro Langella è stato nominato “vice” alla Bilancio (V); Giuseppe Compagnone alla Difesa (IV); Eva Longo alle Finanze (VI). Tutti sono stati eletti in quota maggioranza. Per completezza di informazione va anche detto che Forza Italia ha incassato 5
vicepresidenze. Ma ad agitare le acque è soprattutto la nomina dei senatori di Ala. Non a caso Paolo Romani, capogruppo azzurro a Palazzo Madama, attacca: “Prendiamo atto dell’ingresso di Ala in maggioranza. Non avevamo dubbi al riguardo e oggi con l’accordo raggiunto sulle vicepresidenze in commissione, c’è stata una ratifica formale”.

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“DIAVOLO” Ma le reazioni più furibunde arrivano ovviamente da sinistra dove Verdini viene considerato da sempre alla stregua del “diavolo”. Intervistato dal settimanale l’Espresso l’ex segretario Pd, Pier Luigi Bersani, guarda già al futuro: “Se si dovesse arrivare a un listone Pd con dentro anche i verdiniani sarebbe un bel problema. Ho visto che Verdini si è corretto rispetto all’ipotesi di affiliarsi al Pd. Parla di affiancarsi ai Dem, ma ha ragione lui quando spiega: se fai un listone con un altro partito il termine tecnico è affiliazione. E se dovesse esserci lui con noi avrei un bel problema. Non accetterei mai uno snaturamento del Pd così evidente e palese. Il Pd non può diventare l`indistinto dove tutto si ammucchia. Queste pensate tattiche e trasformistiche sono destinate a essere spazzate via”. Dello stesso parere Roberto Speranza, ex capogruppo alla Camera e figura di spicco della minoranza del partito: “Ieri il voto decisivo di Verdini & company al Senato. Oggi l’elezione di tre vicepresidenti delle commissioni appartenenti al gruppo Ala. Forse è il caso che Renzi ci dica se esiste una nuova maggioranza politica che sostiene il governo e che comprende anche Verdini. Se è così si deve aprire un dibattito pubblico e in Parlamento”. Forse il rimpasto è già iniziato.

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