Nonostante l’allentamento della politica del figlio unico, in Cina diminuisce il numero dei neonati. L’ha spiegato la Commissione sulla sanità nazionale e sulla pianificazione familiare, secondo i cui dati nel 2015 sono nati 16,55 milioni di bambini, 320mila in meno del 2014. E la flessione, a dire di questa istituzione statale, sarebbe dovuta come prima causa allo zodiaco, o meglio alle preferenze dei genitori sul segno zodiacale dei figli. Il 2015 è stato l’Anno della Capra, per lo zodiaco cinese. Si tratta di un segno considerato nefasto e, quindi, molte coppie, soprattutto nelle aree della Cina settentrionale, hanno scelto di rimandare la programmazione della nascita di un figlio a un segno più promettente. Non a caso, a Pechino il numero delle donne rimaste incinte dopo luglio 2015 è del 21 per cento superiore allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo perché, in questa maniera, il bambino nascerà nel 2016, l’Anno della Scimmia, che è invece considerato fausto.
Naturalmente la superstizione non è l’unico motivo che ha portato a questo trend. Il Quotidiano del Popolo, organo ufficiale del Partito comunista cinese, ha spiegato che, accanto a qusto, c’è anche il fatto che il numero di donne in età fertile è in netto calo. Nel 2015 le possibili mamme tra 15 e 49 anni sono diminuite di 5 milioni rispetto all’anno precedente. La Cina si trova in una situazione demografica scomoda. Alla generazione del boom delle nascite, che lasciando la vita attiva, è seguita una generazione di figli unici imposti dalla politica ufficiale con uno squilibrio che ha effetti sulla tenuta del sistema previdenziale. Pechino dal 2013 ha cominciato ad allentare i vincoli di questa politica, dapprima permettendo alle coppie di cui almeno uno dei componenti fosse figlio unico, di avere un secondo bambino, poi – dal primo gennaio 2016 – a tutte le coppie di avere un secondo figlio. Ma, per apprezzare gli eventuali effetti di queste riforme, bisognerà ancora attendere a lungo.