Michael Keaton è arrivato oggi a Roma per presentare “Il caso Spotlight”, film che ricostruisce l’inchiesta dei giornalisti del Boston Globe che rivelò, nel 2002, che la diocesi di Boston aveva coperto centinaia di preti pedofili. L’attore ha sottolineato, però, che oggi crede molto nel rinnovamento che il Papa sta portando avanti all’interno della Chiesa: “Sono un fan di Papa Francesco, sta facendo un lavoro immenso: è come se spingesse un enorme masso per portarlo in cima alla collina, spero riesca ad andare avanti”. Keaton, vincitore lo scorso anno del Golden Globe come miglior attore per “Birdman”, è venuto in Italia con Walter Robinson, uno dei giornalisti che svelò lo scandalo pedofilia nella Chiesa cattolica americana: durante l’incontro con la stampa italiana l’attore ha sottolineato più volte l’importanza del giornalismo di inchiesta e la necessità di denunciare ogni abuso di potere: “Dopo una proiezione in Usa ho incontrato un uomo che mi ha ringraziato e mi ha detto che non aveva mai confessato a nessuno di aver subito violenza da parte di un sacerdote. Il film comunque non punta il dito contro la religione, e io rispetto chiunque che abbia fede” ha detto Keaton, che ha spiegato: “Il problema è più in generale l’abuso di potere verso chi potere non ne ha: c’è il caso, per esempio, di alcuni operatori Onu che in Paesi poveri non solo non hanno fatto nulla contro gli abusi su minori, ma sono stati accusati di questo crimine contro persone indifese. L’impatto del film va al di là del tema religioso”. Il film, diretto da Tom McCarthy, che sarà nei cinema italiani il 18 gennaio, è candidato a sei premi Oscar: miglior film, miglior regia, migliore sceneggiatura originale, miglior attore non protagonista, Mark Ruffalo, migliore attrice non protagonista, Rachel McAdams, miglior montaggio.