L’intransigente Germania ha accumulato il sestuplo delle garanzie pubbliche concesse dell’Italia, su crediti contratti da banche, imprese e privati, mentre la Danimarca dell’eurocommissaria alla concorrenza Margarethe Vestager ne ha stanziate più del triplo. A mettere in rilievo queste marcate divergenze è un rapporto di Eurostat, che passa in rassegna l’ammontare in rapporto al Pil di passività, garanzie concesse e crediti deteriorati dei diversi Paesi dell’Unione europea. Dopo una lunga e difficile trattativa, l’Italia ha appena raggiunto un accordo con l’Antitrust Ue, guidato dalla Vestager, in merito a come facilitare lo smaltimento dei crediti deteriorati delle banche, facendo leva proprio su garanzie pubbliche. Che però dovranno essere concesse a prezzi indicati come in linea con quelli di mercato, di fatto senza comportare aiuti di Stato. La Penisola però vanta uno dei valori più bassi di tutta l’Unione sulle garanzie già: appena il 2,7 per cento del Pil, a fronte ad esempio al 16,4 per cento della Germania o al 26,5 per cento dell’Austria. Va precisato che le garanzie pubbliche qui considerate sono tutte, non solo quelle a favore delle banche, ma anche su poste ben diverse come borse di studio e i finanziamenti agli studenti, ma anche i mutui per l’acquisto di casa. Anche se ovviamente le garanzie a favore delle banche possono costituire la parte più consistente di questa voce ove siano state utilizzate per sostenere il settore. Il valore più elevato è il 28 per cento della Grecia. Ma Eurostat segnala anche il massiccio 25,8 per cento di garanzie stanziate dalla Finlandia, patria dell’ex eurocommissario agli Affari economici Olli Rehn. In Spagna ammontano al 12,8 per cento e in Francia al 4,5 per cento del Pil.