La Francia lancia l’allarme Lampedusa: “Rischio infiltrazioni dell’Isis tra i migranti”

La Francia lancia l’allarme Lampedusa: “Rischio infiltrazioni dell’Isis tra i migranti”
31 gennaio 2016

I miliziani dell’Isis che si possono nascondere tra i migranti che viaggiano dalla Libia a Lampedusa rappresentano un “grande rischio” per l’Europa. L’allarmante dichiarazione è del ministro della Difesa francese Jean-Yves Le Drian. Il ministro ha detto che c’è il bisogno “urgente” di una soluzione politica in Libia dove “Daesh si sta stabilendo… la Libia mi preoccupa dal settembre 2014. Sono lì, a 300 km dalla costa europea, e si stanno espandendo”. Sono mesi che, da più parti, viene lanciato l’allarme sul rischio che terroristi dell’Isis possano infiltrarsi tra i migranti che, a bordo dei barconi, arrivano a Lampedusa e da lì sulle coste italiane. Un pericolo concreto che, oltre un anno fa, aveva spinto la procura di Palermo ad aprire un’indagine. Purtroppo poco o niente è stato fatto per risolvere il problema. Anzi, con l’inizio del 2016 gli sbarchi sono ripresi con più frequenza (la nave Aliseo ha appena sbarcato, dopo averli salvati, 400 migranti nel porto di Taranto). Ed ora è la Francia, di certo il Paese europeo più colpito dalla violenza jihadista, a risollevare il problema. “In questo momento – ha sottolineato Le Drian – lo Stato islamico si trova a soli 350 chilometri dall’isola di Lampedusa, il punto di approdo per migliaia di migranti e rifugiati che lasciano l’Africa per raggiungere l’Europa”. “Quando arriverà il bel tempo – ha aggiunto – c’è il rischio che i combattenti possano affrontare la traversata mischiandosi ai rifugiati. È un pericolo serio. Siamo consapevoli del rischio che il conflitto nel Levante (Siria e Iraq), dove stiamo iniziando a vedere alcuni risultati positivi, possa trasferirsi in Libia. Una soluzione politica in Libia è l’unico modo per sradicare il problema”.

Intanto, lo Stato islamico e’ entrato in possesso di gas sarin in Libia. Lo riferiscono “fonti informate” al quotidiano arabo “Asharq al Awsat”. In particolare, i miliziani del sedicente “califfato” avrebbero trafugato composti chimici dal compound nell’area di Bab al Huriya, una delle porte della capitale Tripoli, per inviarli nella loro roccaforte di Sirte.
Lo scorso 15 dicembre il cugino del defunto colonnello libico Muhammar Gheddafi ed ex ufficiale d’intelligence, Ahmed Qaddaf Al Dam, aveva denunciato sempre dalle colonne di “Asharq al Awsat” che gruppi estremisti in Libia “hanno sequestrato grandi quantita’ di gas sarin”. Secondo Qaddaf al Dam, il sarin era stoccato nel sud del paese ed era stato trasferito ad alcune citta’ del nord, tra cui la capitale Tripoli. Anche nel febbraio del 2015 lo stesso quotidiano pan-arabo edito a Londra “Asharq al Awsat” aveva riferito che armi chimiche provenienti dall’arsenale del regime di Gheddafi sarebbero finite nelle mani di non meglio precisate “milizie islamiste”. Il sarin e’ un gas nervino inodore e incolore classificato come arma chimica di distruzione di massa.    Un’adeguata concentrazione di vapori e’ in grado di attraversare la pelle, rendendo non sufficiente l’uso di una maschera antigas. Il 20 marzo 1995, il sarin fu utilizzato per l’attacco terroristico alla metropolitana di Tokyo da parte della setta religiosa Aum Shinrikyo. Nell’agosto 2013 e’ stato utilizzato in un attacco con razzi ad un sobborgo di Damasco.

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