Legami Italia e Usa mai così stretti, Obama loda Mattarella. Piano di Washington per la crisi dei rifugiati

Legami Italia e Usa mai così stretti, Obama loda Mattarella. Piano di Washington per la crisi dei rifugiati
9 febbraio 2016

di Enzo Marino

Un forte legame lega l’Italia agli Stati Uniti. La conferma è arrivata ieri dal primo incontro alla Casa Bianca tra il presidente italiano Sergio Mattarella e il leader americano Barack Obama. Quel forte legame c’è non solo sul fronte delle grandi sfide che riguardano i due Paesi, dalla lotta al terrorismo in Iraq, Siria e Libia alla crisi migranti, ma anche sul piano personale. Il Commander in chief su questo è stato chiarissimo: l’alleanza tra le due nazioni “non potrebbe essere più stretta” e con Mattarella “ho subito sentito una forte affinità…come me è stato professore di diritto costituzionale”. Lodando “la lunghissima e straordinaria carriera come giurista e avvocato” del presidente italiano (il primo di origini siciliane), Obama ha anche sottolineato il forte apprezzamento dell'”importante” ruolo del nostro Paese “nella protezione della diga a Mosul (Iraq, ndr), di estrema importanza per il popolo iracheno”, ma anche per “il notevole contributo nel fornire addestramento alla truppe irachene e per i progressi fatti nel Paese”. La misura della solida amicizia sull’asse Roma-Washington è data dalla lunghezza dell’incontro tra i due leader, durato circa 40 minuti più del previsto. D’altra parte c’era molto di cui discutere, incluso il caso di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso in Egitto su cui l’amministrazione Usa ha ribadito di essere pronta a collaborare per la ricerca della verità. Oltre all’apprezzamento americano, l’Italia porta a casa visioni comuni sulla gestione della crisi in Libia dove – ha spiegato Obama – servono “sforzi congiunti per aiutare a formare un governo che permetterà alle sue forze di sicurezza di stabilizzare il suo territorio e di neutralizzare Daesh”.

Gli ha fatto eco Mattarella, che non ha esitato di ringraziare per la “meravigliosa accoglienza” ricevuta a Washington: la “solida” amicizia tra Stati Uniti e Italia – che “dura da settant’anni” – e una “stretta collaborazione ci consente oggi e ci consentirà in futuro di fronteggiare sfide nuove e di sconfiggere i nemici della pace, della libertà e dei diritti umani”. L’amministrazione Obama dunque frena rispetto alle indiscrezioni dei giorni scorsi che parlavano di pressioni sul Commander in Chief per l’uso della forza in Libia e dell’invio potenziale nella nazione nordafricana di soldati italiani e di altre nazioni Ue per avere in loco una forza stabilizzante. La vicinanza tra Italia e Usa c’è anche sul tema della crisi migranti, al punto che l’amministrazione Obama sta valutando di utilizzare asset americani nel contesto della Nato per affrontare la crisi rifugiati. L’idea, seppur ancora in fase embrionale, è che Washington proponga alla Nato di aiutare non solo nel pattugliamento della sicurezza ma anche nei pattugliamenti umanitari. Di questo piano Obama intende parlare con il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi e con il presidente francesce Francois Hollande. Il leader americano ne ha già parlato con il cancelliere tedesco Angela Merkel. In attesa di sviluppi su questo fronte, c’è una certezza: tra Stati Uniti e Italia c’è “piena condivisione sulle sfide da affrontare e sul modo in cui affrontarle, dal terrorismo ai fenomeni migratori”.

Lo ha detto Mattarella secondo cui “il terrorismo crea violenza e morte” e la crisi migranti “va affrontata con equilibrio, sicurezza e approccio umanitario”. E’ d’accordo Obama, convinto che la crisi dei profughi e dei migranti abbia un “impatto terribile sull’Europa e sull’Italia in particolare”. Quella crisi “è un problema non solo dell’Europa ma globale che mette sotto pressione gli Usa”. Piena sintonia anche sull’accordo di libero scambio” sulle due sponde dell’Atlantico, la cosiddetta Transatlantic Trade and Investment Partnership. Gli Stati Uniti e l’Italia sono ottimisti che entro fine anno possa essere adottato. Per Washington, Roma è un partner strategico visto che lo scorso anno il nostro Paese ha investito in Usa 3,7 miliardi di euro mentre gli Usa hanno investito 1 miliardo in Italia. C’è inoltre preoccupazione condivisa tra Italia e Stati Uniti per la cosiddetta Brexit, ossia l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. Washington vuole un’Unione europea forte con a bordo la Gran Bretagna per risolvere le crisi del mondo, anche perché il rischio è che abbia la meglio il populismo. Alla fine di un incontro così positivo Mattarella non poteva che invitare Obama in Italia, la sua “meta preferita”. Lui ci pensa, impegni permettendo.

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