Il Miur continua la sua opera di avvicinamento alla riduzione di un anno della scuola superiore: per l’anno prossimo il dicastero di Viale Trastevere ha autorizzato la sperimentazione del percorso di studi di 4 anni, anziche’ 5, agli istituti statali “Orazio” di Bari, “Garibaldi” di Napoli e “Telesi@” di Telese Terme, oltre che agli istituti paritari “Esedra” di Lucca e “Visconti” di Roma. Il via libera si va ad aggiungere a quelli dell’anno in corso accordati gli istituti paritari “Olga Fiorini” di Busto Arsizio, “San Carlo” di Milano e “Guido Carli” di Brescia. A renderlo noto e’ l’Anief, Associazione professionale sindacale, che teme che si voglia “allargare la sperimentazione della didattica con i tempi di apprendimento compressi a tutte le scuole superiori italiane: gia’ il Governo Monti aveva quantificato un risparmio nazionale, attraverso la sparizione di 40 mila docenti oggi impegnati nelle classi quinte di tutte le superiori d’Italia, pari a un miliardo e 380 milioni di euro”.
“Non riusciamo a comprendere – dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – come l’amministrazione scolastica possa continuare a insistere sul progetto di riduzione delle superiori. E’ infatti provato che la riduzione dell’offerta formativa e del tempo scuola non farebbe che acuire il problema degli abbandoni scolastici, con Sicilia, Campania, Calabria e Puglia dove vi sono aree con il 45% di studenti che non arrivano al diploma. Il tutto in Italia e’ aggravato dall’alta presenza di neet, che nel 2012, come ha rilevato il Cnel, sono arrivati a 2 milioni 250 mila, praticamente un giovane su quattro tra i 15 e i 29 anni”. Per il sindacato le strade da intraprendere sono altre: occorre estendere l’istruzione a 13 anni, allargando l’obbligo scolastico dagli attuali 16 fino ai 18 anni di eta’, in modo da ‘coprire’ tutti i cicli scolastici, sino al conseguimento del diploma di maturita’. Per superare cosi’ l’obbligo scolastico oggi fermo a 16 anni. Ma bisogna anche aprire all’alternanza scuola-lavoro in modo organico, per coinvolgere tutti gli studenti impegnati nel triennio finale delle superiori. E, infine, anticipare l’inizio della scuola a 5 anziche’ 6 anni.