La storia di Tobia, figlio del leader di Sel Nichi Vendola e del compagno californiano Ed Testa, ha rinfocolato il dibattito sulla maternità surrogata. A chi si rivolgono le coppie che cercano un bambino tramite madre surrogata, che si presta a portare a termine una gravidanza per conto di un’altra coppia, sia essa etero o gay, e in quali paesi è legale e in quali non lo è? La maternità surrogata è proibita in tutte le sue forme in Italia, Francia, Germania, Spagna, Portogallo e Bulgaria. In paesi come Regno Unito, Irlanda, Danimarca e Belgio, ma anche il Canada, il cosiddetto utero in affitto è legale, ma non a fini di lucro, quindi alla madre surrogata vengono rimborsate solo le spese mediche e di gestazione; è detta maternità ‘altruistica’. In questi paesi, la madre surrogata non cede la potestà fin dopo la nascita. Pagare la madre surrogata, nota come maternità surrogata “commerciale”, è legale invece in alcuni Stati americani e in India, Russia e Ucraina, che assieme alla Thailandia restano le mete più gettonate da chi cerca un figlio e non riesce o non può averlo. Anche Messico, Nepal, Polonia e Georgia sono tra i paesi dove è possibile ricorrere alla maternità surrogata. Alcuni Stati australiani arrivano a punire chi si reca all’estero per ricorrere alla pratica. Per la surrogata si può utilizzare l’ovulo della donna che presta l’utero, il che fa di lei la madre biologica, oppure l’ovulo può essere fornito dalla donna che non si sottopone alla gravidanza o da una donatrice terza. In questo caso viene sottoposto alla fecondazione in vitro (Ivf) e poi introdotto nell’utero della madre surrogata. I costi variano in maniera significativa da paese a paese. Secondo l’organizzazione internazionale non profit ‘Families Through Surrogacy’, un figlio avuto tramite madre surrogata arriva a costare dai 100.000 dollari negli Stati Uniti ai 45.000 dollari in Messico, e poco più (47.350) in India, Thailandia (52.000), Ucraina e Georgia (49.950). Esistono tuttavia pochissime statistiche – scrive la BBC – su quanti bambini siano nati tramite madre surrogata, semplicemente perché i paesi non li registrano formalmente.