di Maurizio Balistreri
Sale a 25 il numero dei morti del naufragio di un barcone di migranti a largo di Didim, nel sud est della Turchia. Ne da’ notizia l’agenzia turca Anadolu, citando fonti della guardia costiera turca. Tra le vittime ci sarebbero anche 10 bambini. Una quindicina di migranti sono stati tratti in salvo, mentre elicotteri e imbarcazioni della guardia costiera stanno ancora cercando eventuali dispersi. Altre 15 persone sono state tratte in salvo dalla guardia costiera turca, che sta proseguendo le ricerche nella zona per ritrovare eventuali dispersi: al momento non si hanno dettagli sulla nazionalità dei migranti coinvolti nel naufragio.
Intanto, un nuovo vertice dei leader europei sull’emergenza immigrazione e’ in programma per domani a Bruxelles. I Ventotto incontreranno il capo del governo turco Ahmet Davutoglu prima di riunirsi per affrontare una volta di piu’ i problemi legati alla crisi dei profughi e i pericoli che corre lo spazio Schengen di libera circolazione. “Il flusso di migranti irregolari lungo la rotta dei Balcani occidentali sta giungendo al termine; questa rotta e’ ora chiusa”: e’ il testo provvisorio dell’ultima bozza di dichiarazione dei leader, attualmente sul tavolo dei 28 rappresentanti diplomatici dei paesi dell’Unione riuniti a meno di ventiquattr’ore dall’inizio del vertice. Poco piu’ di due settimane dopo l’ultimo Consiglio europeo e a meno di due dal prossimo, i capi di stato e di governo dell’Unione europea verranno aggiornati dal presidente Donald Tusk sugli esiti del suo viaggio che nei giorni scorsi ha toccato tutti i paesi della rotta balcanica e la Turchia. L’obiettivo e’ dunque quello di dichiarare “chiusa” tale rotta, attraverso la “piena applicazione del codice delle frontiere Schengen” e la fine del cosiddetto “approccio a ondate”, ovvero delle iniziative nazionali di ripristinare i controlli alle frontiere per ostacolari l’ingresso dei migranti in arrivo dalla rotta balcanica.
I Ventotto si impegneranno a sostenere la Grecia utilizzando “tutti gli strumenti e le risorse Ue disponibili e i contributi degli Stati membri”, come si legge nella bozza, per difendere le frontiere esterne dello spazio Schengen; ma soprattutto, la Turchia dovra’ fare di piu’ per evitare che i profughi lascino le sue coste diretti in Europa e accettare di riprendere quei migranti ai quali in Europa non sara’ stato riconosciuto il diritto alla protezione internazionale. Nella dichiarazione di domani, i capi di stato e di governo dovrebbero anche adottare l’obiettivo, proposto dalla Commissione, di ripristinare completamente lo spazio Schengen di libera circolazione entro la fine dell’anno.