Un bambino siriano su tre conosce soltanto la guerra e nel 2015 è cresciuto il livello di reclutamento di soldati bambini, anche di sette anni, spesso impiegati anche come boia o cecchini. E’ il triste e allarmante quadro che ha presentato l’Unicef per l’inizio del sesto anno di conflitto in Siria. Un’intera generazione costretta a lasciare la scuola e la propria casa, bambini spesso orfani e costretti a combattere, secondo l’Unicef. “Ogni bambino siriano sotto i cinque anni non conosce altro che la vita in tempi di guerra, si tratta di circa 2,9 milioni di bambini in Siria e almeno 811mila nei Paesi vicini”. “In cinque anni di guerra, milioni di bambini sono cresciuti troppo in fretta. Mentre la guerra continua, i bambini combattono un conflitto degli adulti, abbandonano la scuola, sono costretti a lavorare e le ragazzine a sposarsi presto”, ha dichiarato Peter Salama, direttore regionale dell’Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa. In Siria “circa sette milioni di bambini vivono in povertà con una fanciullezza di deprivazione e perdite”.
Più di 200mila bambini vivono in aree sotto assedio, secondo il report, almeno 2,1 milioni in Siria e 700mila nei Paesi vicini, non frequentano la scuola. Inoltre preoccupa il trend in “crescita del reclutamento dei bambini” dall’esercito e dai gruppi armati tramite l’offerta di “regali e ‘salari’ fino a 400 dollari al mese”. Dal 2014 in particolare vengono arruolati bambini sempre più piccoli, anche di sette anni. La metà dei casi verificati dall’Unicef riguardano ragazzini sotto i 15 anni, erano meno del 20% nel 2014. “Le parti in causa nel conflitto stanno usando i bambini per uccidere, anche come boia o cecchini”.