ExoMars, l’Europa che va su Marte è donna e parla italiano

ExoMars, l’Europa che va su Marte è donna e parla italiano
21 marzo 2016

L’Europa che va su Marte è donna e parla italiano. Sono 2 scienziate italiane, infatti, a guidare i ricercatori della missione dell’Esa, ExoMars, il progetto russo-europeo a guida italiana, partito il 14 marzo 2016 per andare a cercare tracce di vita sul pianeta rosso. Si tratta di Francesca Ferri dell’università di Padova, alla guida del progetto “Amelia” e di Francesca Esposito, dell’osservatorio Inaf di Capodimonte, responsabile della stazione meteo “Dreams”. Askanews le ha incontrate a Bajkonur, in Kazakhstan, dove hanno illustrato i dettagli della missione, finanziata dall’Asi e seguita dal centro di controllo Altec di Torino, la Houston italiana. “Dreams è una centralina meteorologica che ha l’opportunità aggiuntiva di misurare le proprietà elettriche dell’atmosfera marziana – ha spiegato Francesca Esposito – noi atterreremo durante la stagione delle tempeste di polvere e in questa stagione, almeno sulla Terra, osserviamo fenomeni elettrici molto importante perché il campo elettrico aumenta fino a mille volte rispetto al normale e su Marte potrebbe generare delle scariche elettriche. Quindi noi vogliamo studiare l’ambiente marziano durante questo periodo così interessante”. Se però “Dreams” lavorerà solo nei 2 o 3 giorni di funzionamento di “Schiapparelli” dopo l’atterraggio su Marte, “Amelia” inizierà a elaborare dati sin dai primi momenti dell’ingresso del lander nell’atmosfera marziana. “La nostra parte è più di studiare l’atmosfera – ha aggiunto Francesca Ferri – e quindi di capire come quest’ambiente possa essere cambiato e quindi aver avuto, precedentemente, possibilità di vita. Quello che studiamo è proprio l’ambiente anche in previsione di una futura esplorazione umana”. Il modulo “Schiapparelli”, costruito da Thales Alenia Sapce Italia, azienda del gruppo Finmeccanica che ha la leaderhip dell’intero progetto, atterrerà su Marte il 19 ottobre 2016, dopo un viaggio di 7 mesi e quasi 130 milioni di Km. In 4 minuti mozzafiato ridurrà la velocità da 21 mila km/h a circa 2mila, poi si aprirà un paracadute supersonico e, dopo ulteriori 2 minuti, un sistema di retrorazzi completerà l'”ammartaggio”.

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