Esuberi e licenziamenti. Tutto confermato. Questa mattina, infatti, è stata formalizzata la procedura di licenziamento collettivo 2.988 lavoratori dei call center Almaviva: 1.670 a Palermo, 918 a Roma e 400 a Napoli. La societa’, che gestisce call center in varie regioni, e che per occupati rapresenta la principale azienda privata della Sicilia, ha illustrato i numeri relativi al margine diretto di produzione, e a Palermo il rapporto ha certificato il 9,6 per cento di ricavi a fronte di un obiettivo minimo che si sarebbe dovuto attestare attorno al 21%. Secondo l’azienda questi risultati, dovuti ai processi di delocalizzazione delle gare al massimo ribasso e delle assenze di regole utili al settore dell’outsourcing, hanno costretto al licenziamento. Esplode subito la protesta. Domani migliaia di lavoratori sciopereranno in piazza Indipendenza, a Palermo, davanti la sede del governo regionale, per sollecitare la politica “ad assumere un ruolo attivo”. Per questa vertenza, viene spiegato, “servono misure eccezionali e ognuno e’ chiamato ad assumersi le proprie responsabilita’”. E’ una “decisione devastante per migliaia di famiglie”, afferma la Uilcom Sicilia, che ha ribadito ancora una volta che va cercata una soluzione immediata, riaprendo la trattativa con il governo nazionale.
I sindacati affermano che i grossi committenti, pubblici e privati, devono garantire la sostenibilita’ delle commesse presenti in Sicilia: “Almaviva deve utilizzare gli ammortizzatori sociali”, pari a 61 milioni di euro, messi a disposizione dal governo, “e partecipare attivamente a un processo di normalizzazione dell’intero settore”. Se pero’ Almaviva non e’ disposta ad impegnarsi, per il segretario della Uilcom Sicilia, Giuseppe Tumminia della Uilcom, “e’ opportuno che passi la mano a qualche imprenditore disposto a garantire la continuita’ occupazionale o a Palermo scoppiera’ il caos. Non e’ pensabile che si mettano per strada migliaia di persone”. “Non è pensabile – aggiunge Tumminia – che si mettano per strada migliaia di persone al solo fine di rincorrere qualche risparmio sui grassi bilanci delle committenze pubbliche e private nel settore del call center in outsourcing: Telecom, Wind, Vodafone, Enel, Alitalia, Poste Italiane, Sky, chiamate in solido a rientrare il lavoro dai paesi dell’Est europeo”.
“Non possiamo accettare questo atteggiamento da parte dell’azienda che non solo dichiara gli esuberi, ma di fatto sancisce anche il rifiuto di continuare ad utilizzare gli ammortizzatori sociali, considerati costosi , poco flessibili e di difficile gestione. Si tratta di 1.670 famiglie solo a Palermo, la trattativa sarà in salita ma non possiamo consentire che questi lavoratori vengano licenziati”. Lo dicono Eliana Puma Rsu Fistel Cisl e Francesco Assisi segretario Fistel Cisl Palermo Trapani nel giorno della conferma dell’avvio delle procedure di mobilità per 1670 lavoratori a tempo indeterminato del call center Almaviva Palermo. “Sono tutti lavoratori a tempo indeterminato assunti fra il 2001 e il 2007 – proseguono – È una catastrofe sociale di portata devastante, nei prossimi giorni i negoziati saranno serrati e difficilissimi, perché non possiamo rassegnarci a questo stato di cose e alla posizione assunta dall’azienda. Anche i committenti devono assumersi le responsabilità, perché sono loro che hanno determinato questo stato di cose con la corsa al massimo ribasso delle gare, trasgredendo ogni regola e calpestando i diritti dei lavoratori”.