Obama nell’isola di Castro: vogliamo aiutare Cuba a essere on-line

Obama nell’isola di Castro: vogliamo aiutare Cuba a essere on-line
22 marzo 2016

“Come continuo a chiedere al Congresso di eliminare l’embargo, incoraggio il presidente Castro” ad allentare le restrizioni sugli affari a Cuba. Parla il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, in un’affollata conferenza stampa all’Avana dopo il bilaterale con Raul Castro. Obama ha poi evidenziato di “voler aiutare” Cuba ad andare online. “Nel ventunesimo secolo i Paesi non possono avere successo senza che i loro cittadini abbiano accesso a internet”. “Questo è un nuovo giorno” nei rapporti tra Stati Uniti e Cuba. Queste sono state le prime parole del presidente Usa. Dal canto suo, Raul Castro aveva affermato poco prima: “Ci sono profonde differenze tra i nostri Paesi che non spariranno, visto che abbiamo idee diverse su molti argomenti, come la democrazia, i sistemi politici, i diritti umani, le relazioni internazionali, la pace e la stabilità nel mondo”. Dopo quasi novant’anni, un presidente americano torna a Cuba. È storico l’incontro tra il presidente Usa Barack Obama, e il leader cubano Raul Castro. Obama, giunto nell’isola nella serata di domenica, dopo aver reso omaggio con una corona di fiori al monumento che ricorda José Martí, eroe nazionale cubano, si è recato al Palazzo della Rivoluzione dell’Avana, dove è stato accolto dall’omologo cubano, Raul Castro, con una storica stretta di mano.

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Al museo dedicato all’eroe José Martí il presidente Usa ha firmato il libro degli ospiti, dedicando un pensiero al rivoluzionario e a tutti i cubani: “È un grande onore rendere omaggio a José Martí, che ha dato la sua vita per l’indipendenza della sua patria. La sua passione per la libertà e l’autodeterminazione vive oggi nel popolo cubano”. Parlando all’emittente Abc nell’immediata vigilia dell’incontro, Obama si era detto convinto che a Cuba “ci sarà un cambiamento” e ha espresso la fiducia che “Raul Castro lo capisca”. Ma questo cambiamento, ha aggiunto, non avverrà “da un giorno all’altro”. “Anche se ci sono ancora significative differenze su diritti umani e libertà individuali, crediamo che venire qui serva a sfruttare al meglio la nostra capacità di spingere per un maggior cambiamento” ha detto Obama. “Non ci sono dubbi – ha proseguito Obama – che questo sia ancora uno Stato a partito unico che esercita il controllo e opprime la dissidenza”. Il presidente ha poi detto che annuncerà che Google lavorerà al miglioramento dell’accesso a internet nel Paese. Sulla visita pesa anche la questione dell’embargo, embargo che Obama vuole abolire ma che può essere superato solo con un voto del Senato, controllato dai repubblicani. Gli americani, dal canto loro, sembrano favorevoli alla fine del proveddimento come rivela un sondaggio del New York Times.

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