In tre mesi, da quando ha aperto i battenti lo scorso 22 dicembre, 2492 sono stati i migranti fotosegnalati nell’hotspot di Milo. I profughi, quasi tutti provenienti dall’Africa sub-sahariana, sono stati informati, accompagnati e assistiti e poi accolti nei Cas locali o di altre parti d’Italia, avviando la pratica per la richiesta d’asilo. C’e’, quindi, un lavoro sinergico tra le organizzazioni internazionali presenti nell’ampia struttura (Unhcr ed Easo) e le forze dell’ordine nazionali e internazionali (Frontex). Di questo ne e’ soddisfatto il prefetto di Trapani Leopoldo Falco che dice: “Il sistema sta reggendo molto bene e c’e’ un buon lavoro di squadra”. La struttura, che puo’ contenere fino a 400 ospiti, soltanto nell’ultima settimana ha accolto, 561 migranti: 161 persone provenienti dallo sbarco di Pozzallo (Rg) dello scorso 16 marzo che sono state trasferite nei Cas di Lombardia, Abruzzo, Marche; 400 migranti provenienti, invece, dallo sbarco avvenuto a Palermo lo scorso 19 marzo che sono state trasferite nei centri di accoglienza della Puglia, Toscana, Liguria (28 nuclei familiari), Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Valle d’Aosta, Lombardia.
Inoltre, si aggiungono anche 32 migranti in attesa della ‘relocation europea’ che sono andati presso l’hub di Villa Sikania (Ag) e 11 in un Cas di Marsala(Tp). Attualmente sono rimasti nell’hotspot soltanto 65 migranti: 61 da trasferire in diversi Cas della provincia di Trapani (trasferimento avvenuto il 25 marzo) e 4 persone in stato di vulnerabilita’ con accertamenti in corso in attesa di imminente trasferimento. “Dentro l’hotspot – afferma il prefetto Leopoldo Falco – adesso e’ tutto molto piu’ sereno perche’ tutte realta’ (Unhcr, Easo, Frontex e forze dell’ordine) ognuno nel pieno rispetto delle competenze, riescono a parlare lo stesso linguaggio. L’intenzione principale resta comunque quella di accogliere chi arriva da noi e per questo desidero dare il massimo spazio alle organizzazioni internazionali preposte a dare la giusta informativa ai migranti per avere la possibilita’ di fare la richiesta di asilo”. “Voglio che tutti si sentano responsabili – aggiunge ancora Falco – dei risultati ottenuti nell’ottica di un lavoro sinergico comune per il bene della persona che deve essere sostenuta nel nostro territorio nella forma piu’ idonea. Oggi penso, quindi, che siamo arrivati al giusto rendimento di questa struttura. I migranti, nelle 48 ore previste della loro permanenza, hanno la possibilita’ di muoversi tranquillamente all’interno dell’hotspot. E’ una sorta di ‘cittadella’ in cui c’e’ chi gioca, chi prega e tutto si svolge in un clima di tranquillita’”.
Il fotosegnalamento avviene con il prelievo delle impronte digitali: operazione per la quale occorrono circa 15 minuti a persona. Nell’hotspot ci sono cinque postazioni che finora sono riuscite a fotosegnalare circa 180 migranti al giorno. Tutta l’operazione del fotosegnalamento, generalmente avviene il giorno dopo l’arrivo nel nostro territorio, proprio per permettere al migrante, dopo essere stato adeguatamente rifocillato, assistito sul piano dei bisogni primari e visitato dal punto di vista sanitario, di riposare. Dentro l’hotspot, inoltre, e’ presente un’area dedicata a coloro che si devono sottoporre ad alcuni trattamenti sanitari specifichi. “Il dato positivo e’ che le operazioni, grazie alla collaborazione di tutti, ma anche all’ausilio di attrezzature tecnicamente piu’ veloci – continua il prefetto Falco – stanno diventando piu’ rapide. Tutti i servizi espletati dentro l’ampia struttura, sostituiscono quelli che prima erano svolti dentro il porto e che risultavano, in termini di impegno e di tempo profuso, delle vere e proprie ‘maratone’. Inoltre, considerandolo un dovere morale, contribuiamo anche ad alleggerire il numeroso afflusso di migranti, che interessa i tre porti di Augusta (Sr), Pozzallo (Rg) e Porto Empedocle(Ag) mandando i nostri pullman”. (fonte, Redattore sociale)