Spunta anche il nome di Marine Le Pen, un giro offshore dalla Francia a Singapore

Spunta anche il nome di Marine Le Pen, un giro offshore dalla Francia a Singapore
5 aprile 2016

Uno scandalo di proporzioni planetarie. Tremano i leader e i vip di mezzo mondo. I Panama Papers, milioni di documenti frugati dallo studio legale internazionale, Mossack Fonseca, con sede a Panama, appunto, e specializzato in paradisi fiscali, travolge leader mondiali, sportivi, imprenditori, banche. Insomma ce n’è per tutti. Tra coloro che si sono avvalsi del servizi dello studio legale panamense Mossack Fonseca per creare una struttura offshore e nascondere ricchezze finanziarie ci sono anche due fedelissimi del leader del Front National Marine Le Pen, l’imprenditore Frédéric Chatillon e l’esperto contabile Nicolas Crochet, entrambi già sotto inchiesta per presunte irregolarità nel finanziamento delle campagne elettorali del partito francese di estrema destra nel 2012. Lo scrive il quotidiano Le Monde, che partecipa con i suoi giornalisti all’inchiesta globale sui Panama Papers, che ha svelato el ricchezze offshore delle élite globali. Le Monde parla di un “sistema offshore sofisticato tra Hongkong, Singapore, isole Vergini britanniche e Panama” mirato a “far uscire denaro dalla Francia attraverso società schermo e fatture false con la volontà di sfuggire al servio antiriciclaggio francese”. Al centro della rete Frédéric Chatillon, ex leader di un gruppo studentesco di estrema destra e amico di Marine Le Pen dai tempi dell’università, all’inizio degli Anni Novanta. La sua società, Riwal, si occupa della comunicazione elettorale del Front National, in esclusiva per le campagne presidenziale e parlamentare del 2012. Crochet ha stilato il programma economico di Le Pen per le presidenziali 2012. Chatillon, insieme a Crochet, nel 2012 avrebbe realizzato un giro di fatture false e società offshore per far uscire dalla Francia 316mila euro di proprietà di Riwal e reinvestirli nella società di un amico con sede a Singapore, scrive Le Monde.

Intanto dai dossier emerge che ci sono anche aziende che erano colpite da sanzioni internazionali tra i clienti dello studio panamense. Tra gli 11,5 milioni di documenti emersi, alcuni corrispondono alla società DCV Finance, con sede legale a Pyongyang e registrata nelle Isole Vergini Britanniche dallo studio panamense, rivelano il Guardian e la BBC. Ma Mossack Fonseca ha lavorato in tutto con oltre 30 individui o aziende che erano state colpite dalle sanzioni delle Nazioni Unite o del Tesoro americano: aziende non solo nordcoreane, ma anche dell’Iran o dello Zimbabwe. Nel 2006, la Corea del Nord fece il suo primo test nucleare, il che valse al regime di Pyongyang le prime di una lunga serie di sanzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu. DCB Finance fu registrata nelle Isole Vergini da un uomo d’affari nordcoreano, Kim Chol-Sam e dal banchiere britannico Nigel Cowie, che si era installato in Corea del Nord undici anni prima.

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