Senato boccia le mozioni di sfiducia. Renzi: “Basta giustizialismo”

20 aprile 2016

di Giuseppe Novelli

verdini renziMatteo Renzi continua a sfidare senza paura tutto e tutti. Lo aveva già fatto domenica, quanto la chiusura dei seggi aveva sancito in maniera inequivocabile il fallimento del referendum sulle trivellazioni in mare. Torna a farlo ieri che il Senato si è riunito per votare le mozioni di sfiducia presentate dalle opposizioni dopo l’esplosione dello “scandalo petrolio” che ha portato alle dimissioni del ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi.  Non passa al Senato la prima mozione di sfiducia al governo, quella presentata dal M5s. I sì si sono fermati a 96 mentre i no sono stati 183. Nessun astenuto.  Mentre quella di Forza Italia-Lega è stata bocciata con 180 no e 93 sì. Il premier si presenta in Aula e ribatte colpo su colpo: “Perché presentate mozioni a ripetizione anche se non passano? Perché vi piace perdere, e non lo credo. O perché pensate di utilizzare il Senato come la cassa di risonanza di ciò che sta fuori. Usate la mozione di sfiducia come la bandierina da sventolare per chi sta fuori. Quest’atteggiamento è legittimo. E non tocca a me chiedervi di cambiarlo. Penso però di dovervi dire che i talk, i media, i social non sono l’Italia. Spero che ve ne siate accorti nell’ultimo referendum. L’Italia è altrove. La politica è altrove. Quando avrete finito con le vostre sceneggiate televisive, noi vi aspetteremo là”. Insomma, per il premier,  “il governo non è condannato per le vicende di Potenza, l’unica rilevanza penale sarà la nostra denuncia al M5S e spero che rinuncino all’immunità parlamentare”.

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Sì alla giustizia, no alla “barbarie del giustizialismo”. Renzi torna a parlare di giustizia, nell’aula del Senato. “Questo Paese – dice – ha conosciuto figure di giudici eroi che hanno perso la vita ma anche, negli ultimi 25 anni, pagine di autentica barbarie legata al giustizialismo. Un avviso di garanzia è stato per oltre 20 anni una sentenza mediatica definitiva, vite di persone perbene sono state distrutte mentre i delinquenti avevano il loro guadagno nell’atteggiamento demagogico e populista di chi fa di ogni erba un fascio”. Questo non vuol dire che il governo attacca la magistratura, anzi, assicura Renzi, “la vicenda di Potenza per noi non è chiusa: ci auguriamo che i magistrati di Potenza siano messi in condizione velocemente di concludere le indagini. Ce lo auguriamo prima che per gli indagati perchè ci sono 400 persone da domani in cassa integrazione, i dipendenti dell’Eni di Viggiano. I giudici devono parlare con le sentenze e noi li incoraggeremo, ma le sentenze devono arrivare presto perché vogliamo sapere chi è responsabile, chi è colpevole, chi ruba”. Sulla vicenda Tempa Rossa in particolare, Renzi rivendica l’azione del governo, perché “cercare di sbloccare l’Italia non è reato”. E non solo, afferma che nell’inchiesta di Potenza “non c’è alcuna ipotesi di corruzione che riguarda questo governo”, ma non c’è stato neppure alcun cedimento alle lobby: “Nella formazione del procedimento parlamentare è evidente che ascoltiamo tutti e poi facciamo noi. Questo significa avere la spina dorsale dritta, questo significa essere politici e politiche, rispondiamo di quel che facciamo, a viso aperto”.

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GASPARRI Sulla giustizia “lezioncine dal marchese del grillo non le prendiamo perché o si è garantisti sempre o non lo si è mai. Non è successo solo al senatore Margiotta di subire in silenzio ma anche a tanti di noi”, chiosa Maurizio Gasparri di Fi durante le dichiarazione di voto sulla mozione di sfiducia in Senato. “Noi – aggiunge – non veniamo meno dalla nostra posizione garantista e dunque presentiamo una mozione di sfiducia alla carriera di questo governo”, “oggi Renzi si è permesso di dire che la riforma del lavoro andava fatta già prima del 2003, ma noi l’avevamo fatta, l’aveva fatta Marco Biagi. Renzi abbia almeno rispetto per i morti”.

SCHIFANI Per il presidente dei senatori Ap, Renato Schifani, “in Italia manca una disciplina legislativa che regolamenti l’esercizio dell’attività lobbistica, vista nella sua corretta accezione di dialogo e confronto tra le rivendicazioni ed esigenze di corpi sociali e produttivi da un lato e potere legislativo ed esecutivo dall’altro. “Tutto ciò  – aggiunge – porta a contatti diretti di rappresentanti di categoria con il mondo della politica e del governo. Nessuna barriera, nessun filtro, nessuna selezione. Occorrerà, allora, provare ad individuare dei meccanismi che assicurino un confronto tra l’esecutivo ed il privato attraverso regole di rigida trasparenza, pubblicità e tipicità delle procedure da adottare”.

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M5S  “Gli italiani devono sapere, con chiarezza, che la mozione di sfiducia sara’ bocciata da quest’ aula per un motivo molto semplice: ancora una volta il gruppo del senatore Verdini, proprio quello che ieri e’ stato rinviato a giudizio per la sesta volta in 2 anni, e proprio quello condannato per concorso in corruzione, votera’ con la maggioranza”, cosi’ Nunzia Catalfo, capogruppo M5S. “E’ un governo politicamente corrotto dalle lobby, dai clan del petrolio e degli affari, salvato da soggetti corrotti penalmente e con a carico piu’ processi che Al Capone. Corruzione e malaffare che, in quest’Aula, si nutrono, si salvano e si autoassolvono: uno spettacolo indegno per un paese civile” continua la Catalfo.

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