A bordo di un pattugliatore francese per soccorrere i migranti
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“Tra cinque primi, debriefing sullo sbarco dei naufraghi in quadro comando”. L’agenda del rapporto ufficiali è sulle lezioni apprese con la missione del 2 maggio scorso quando il “Commandant Birot” è stato dirottato verso le coste libiche per soccorrere migranti in difficoltà a bordo di quattro imbarcazioni. Il tenente di vascello Benoit, capo macchina, era a bordo del gommone che il 2 maggio ha assicurato il trasferimento a bordo della nave della marina militare francese. “Abbiamo recuperato 75 persone su un gommone in relativo buono stato anche se dovevano sgottare di continuo l’acqua che filtrava dal fondo, ricorda. A bordo c’erano viveri per un giorno ma le scorte d’acqua era finite. Anche il carburante era scarso e non avrebbe potuto arrivare a terra o in una zona di soccorso come Lampedusa o la Sicilia”. Imbarcando 213 migranti, il “Commandant Birot” con i suoi 90 marinai imbarcato ha visto triplicare la popolazione di bordo. Nel corso del viaggio di 20 ore alla volta del porto di Crotone, i migranti sono stati rifocillati, recensiti, curati e sottoposti a un test di temperatura per accertare eventuali contagi da Ebola.Mal di mare, vomito e sudorazione abbondante sono cause di una rapida disidratazione che in poco tempo può avere esiti catastrofici e l’assistenza deve essere tempestiva. Ma mobilitati sono anche i mitraglieri di bordo, pronti a intervenire nel caso venga dato l’ordine di distruggere i barconi degli scafisti.L’azione umanitaria interrompe la routine di pattugliamento di sorveglianza delle coste europee. Uno strappo alle regole benvenuto, come sottolinea Thomas Vuong, comandante della nave da guerra francese. “Sentirsi utili, nel quadro di una solidarietà umana, raddoppia la forza dell’equipaggio in queste situazioni di emergenza”. Anche se la missione di soccorso ha prolungato di due settimane la permanenza in mare del “Commandant Birot” e dei suoi marinai. (Immagini Afp)