Emmanuel Macron torna a dire che l’invio di truppe di terra in Ucraina non va escluso se Mosca dovesse “sfondare le linee del fronte” e se Kiev lo richiedesse. Il presidente francese aveva già avanzato questa ipotesi a febbraio e il rilancio, in una intervista a l’Economist, arriva in un momento di conclamata difficoltà ucraina. “Se i russi sfondassero in prima linea, se ci fosse una richiesta ucraina – cosa che oggi non è – dovremmo legittimamente porci la domanda”, ha detto Macron, “Escluderlo a priori significa non imparare la lezione degli ultimi due anni”.
L’idea del capo dell’Eliseo divide il suo stesso campo politico in Francia. Trova sponda nei Paesi del cosiddetto ‘fronte baltico’ che temono di poter essere i prossimi nel mirino russo, ma ha già incontrato opinioni di tutt’altro tipo tra gli alleati, compresi gli Stati Uniti, che hanno ribadito più volte l’impossibilità di inviare truppe in Ucraina, perché la presenza di soldati Nato significherebbe varcare la soglia dello scontro diretto tra Russia e Alleanza atlantica. Cosa che vale anche per l’invio di francesi, per cui i propositi di Macron sono stati visti come espressione di ‘ambiguità strategica’ a scopo dissuasivo, oppure come una proiezione in un futuro non lontano in cui si potrebbe dover garantire la sicurezza di una parte dell’Ucraina non direttamente coinvolta nei combattimenti.
In ogni caso Macron ha ribadito l’idea dell’eventuale invio truppe straniere abbinandolo al possibile sfondamento della linea del fronte da parte russa. La Russia in realtà avanza piano, ma da Kiev ammettono che la postura difensiva è sempre più difficile da sostenere, mentre sono attesi a brevissimo i primi aiuti occidentali sbloccati dal voto del Congresso americano per un nuovo stanziamento di oltre 60 miliardi per sostenere lo sforzo bellico ucraino. Oggi Kiev ha confermato che le forze di occupazione russe sono riuscite a sfondare e a prendere piede nel villaggio di Ocheretin nel distretto di Pokrovsky nella regione di Donetsk. E continuano gli attacchi su Odessa, considerata un possibile bersaglio russo nell’ottica di un allungamento del fronte sino alla Transnistria, regione separatista della Moldova.
Le dichiarazioni del presidente francese su truppe occidentali da mandare in futuro in Ucraina sono “cicliche”, ha commentato la portavoce ufficiale del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova. “Pare che la cosa abbia a che fare con i giorni della settimana: ha una sorta di ciclo”, ha detto Zakharova. Mosca ha respinto anche le accuse sul presunto uso di armi chimiche in Ucraina. “Sì, abbiamo visto resoconti dei media su questo tema. Come sempre, tali annunci sembrano assolutamente infondati, non supportati da nulla. La Russia era e rimane impegnata a rispettare i suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale in questo campo”, ha detto oggi il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dalla Ria Novosti.
Ieri gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni contro le truppe di difesa radiologica, chimica e biologica delle Forze armate russe, nonché a una serie di istituzioni, aziende russe e i loro dirigenti. Il Dipartimento di Stato americano ha citato il presunto uso in Ucraina, da parte della Russia, della cloropicrina, comunemente conosciuta come nitrocloroformio, una sostanza velenosa e soffocante, vietata dalla Convenzione per la proibizione delle armi chimiche.