A Napoli Manfredi sbanca, risultato oltre le aspettative

Ex rettore e ministro governo Conte sbaraglia Maresca e Bassolino

Gaetano Manfredi

Il voto amministrativo di Napoli conferma le previsioni della vigilia, ma la vittoria di Gaetano Manfredi alla guida di Palazzo San Giacomo va ben al di là delle più rosee previsioni dei fautori dell’intesa Partito democratico-Movimento 5 stelle. A scrutini non ancora conclusi, l’ex rettore della Federico II e ministro dell’Università e della Ricerca scientifica del governo Conte bis, ha sbaragliato gli avversari arrivando al 60% dei consensi e più. Una coalizione, la sua, che ha puntato su 12 liste con la ‘benedizione’ di gran parte degli uomini di governo, di ministri e di leader politici del centrosinistra.

Una campagna elettorale, quella di Manfredi, che ha puntato sull’assenza di confronto con gli altri sfidanti, ma molto sulle passeggiate tra la gente e sugli incontri con tutte le categorie commerciali, sindacali ed economiche della città. Una sfida vinta già al primo turno, mentre i suoi principali avversari: il magistrato anticamorra Catello Maresca supportato dal centrodestra e l’ex primo cittadino Antonio Bassolino, a capo di cinque liste di sinistra, speravano nel ballottaggio per poter giocarsela all’ultimo voto.

“E’ un risultato che neanche nelle più rosee aspettative ci aspettavamo, ma Napoli ha chiaramente detto ‘noi vogliamo voltare pagina’, non siamo solo città pizza e mandolino, siamo una città con grande competenza, talento e professionalità: siamo all altezza dell’Italia, dell’Europa e del mondo”: queste le prime parole del neo sindaco che ha evidenziato come Napoli abbia dei grossi problemi da risolvere pur senza nominare il suo precedessero, Luigi de Magistris, che ha guidato la città per dieci anni.

Dal canto loro, sia Maresca che Bassolino, hanno promesso partecipazione e massima vigilanza in consiglio comunale, promettendo rigore e rispetto massimo per gli elettori e anche per chi ha deciso di non recarsi alle urne; una percentuale altissima di astensionismo sulla quale si è già aperta una vera e propria discussione politica.