“Prima di Palermo Pagliarelli, in questi ultimi 40 giorni, altri detenuti si erano suicidati nelle carceri di Roma Regina Coeli, Terni, Teramo, Pisa, Alba, Carinola, Gela, Como”, ha ricordato Capece, aggiungendo: “Questo dato oggettivo ha sollevato fin da subito le nostre legittime perplessità, soprattutto in relazione al fatto che sentiamo sempre più spesso dire che il numero dei detenuti è calato, che ‘l`emergenza penitenziaria non c`è più’ e, quindi, i problemi sarebbero tutti (o quasi) risolti. Ma niente è stato fatto, partendo dalla revisione della vigilanza dinamica nelle carceri che non cambiato affatto le cose nelle celle ma, anzi, sembra acuire le criticità penitenziarie”. E “nove detenuti che si tolgono la vita in soli 40 giorni dovrebbero fare riflettere seriamente il ministro della Giustizia Andrea Orlando”. “Servono gli agenti di polizia penitenziaria, oltre 6mila, che mancano dagli organici del corpo, e – ha concluso il segretario del Sappe – riflettere sull`opportunità di mantenere il regime penitenziario aperto e la vigilanza dinamica, i quali, se non sono associati al lavoro in carcere, favoriscono l`ozio e l`acuirsi dei drammi personali di chi sta in cella”.