Nella sala di un cinema decine di bambini, cuffie in testa, ascoltano un film. Ascoltano è il verbo giusto, l’unico possibile, perché questi bambini sono per la maggior parte non vedenti. In cuffia possono sentire “l’audiodescrizione” delle scene: un testo inserito con cura fra i dialoghi in cui vengono descritti gli elementi visuali, le espressioni dei personaggi. Una tecnica avanzata importata dagli Stati Uniti e a cui Parigi dedica un’intera rassegna cinematografica, il “Festival audiovision” organizzato dall’Association Valentin Haüy. Un evento dedicato ai non vedenti e ipovedenti, ma aperto anche chi ci vede, poiché grazie all’uso delle cuffie non c’è alcun disturbo durante la visione. “Se si è con un amico si possono condividere le proprie impressioni e non sono costretto a chiedere a lui cosa succede”, dice Beniamin Mauro, presentatore radiofonico non vedente. L’associazione lotta da anni per favorire l’uso di questa tecnica, ma è una battaglia difficile: nel 2014 solo il 29% dei film ha avuto una versione con audiodescrizione. (Immagini Afp)