Antonio Di Pietro da buon contadino tenace non molla. “Ora mi rimetto in gioco. E torno a candidarmi”. Torna quindi con vigore nell’agone politico, il presidente onorario dell’Italia dei Valori. “L’onorario – risponde l’ex pm – è quello che partecipa all’Associazione dei combattenti e dei reduci. Io combattente lo sono, per il reduce c’è ancora tempo. Io non ho bisogno di avere un titolo, un ruolo, una funzione formale; l’Idv l’ho fondata e mi sento parte integrante di essa”. E sembra mettere in archivio il “partito padronale” identificato dal suo nome.
“Io credo che bisogna avere rispetto del tempo che passa. Non dobbiamo chiedere al cittadino un voto perchè c’è un nome sul simbolo, senza poi sapere chi sono poi i reali candidati. Il partito deve essere impersonale, in grado di eleggere dei candidati per quello che sono e per quello che fanno”. Sembra avere le idee chiare. “La prima cosa che chiediamo è quella di ricostruire in Italia una coalizione unitaria di centrosinistra sul modello molisano, dove attorno al presidente della Regione, Paolo Frattura, ci siamo assunti la responsabilità di governare”, sottolinea Di Pietro. “Questo vogliamo farlo anche a livello nazionale, nelle modalità che la nuova legge elettorale proporrà. E in questo senso chiediamo a Renzi che tra le urgenze da mettere in campo ci siano la nuova legge elettorale e il ritorno alle urne – conclude – perché non ha senso che le riforme costituzionali vengano fatte da un Parlamento sostanzialmente illegittimo, così come ha detto la Corte Costituzionale”.