Abodi si candida: “La riforma dei campionati non è utopia”
“Ho deciso di scendere in campo innanzitutto perché me l’hanno chiesto e perché, per cambiare il calcio, bisogn cambiare marcia. Ci sono tanti indicatori negativi, su cui ragionare non in fronti contrapposti: mi auguro di portare ciù che di positivo ho fatto nella mia lega”. Lo ha detto ai microfoni di “Radio Anch’io Sport” su RadioUno, il presidente della Lega di B Andrea Abodi, candidato il prossimo 6 marzo alla presidenza della Figc in contrapposizione a Carlo Tavecchio.
Per Abodi il fatto che il presidente uscente abbia il 55% dei voti specifica: “Non sono numeri reali, a questo punto la posizione della Serie A è decisiva, e siamo esattamente alla pari. L’aritmetica però mi interessa relativamente: la gente deve sapere cosa vogliano fare, così come chi votera’ 6 marzo”. Abodi parla di “metodo di lavoro, confronto, analisi, ricerca, studio, collaborazione tra tutte le parti e apertura al mondo esterno, dai tifosi agli investitori”. Le problematiche sono quelle note: perdite finanziare, calo di spettatori, aspetti infrastrutturali e perdita delle società in ambito dilettantistico e nel numero di tesserati. “Vuol dire che il calcio deve riprendere a fare promozione dalla base”. Però “io non dico che è tutto sbagliato o da rifare, vorrei una federazione che facesse le cose per convinzione, non per convenienza”. La riforma dei campionati “non è una utopia. Se così fosse, sarebbe il fallimento clamoroso di un progetto che ha visto nascere questa gestione federale. Dobbiamo concentrarci di più su un’analisi tecnica e su come recuperare fette di pubblico ed entrare finanziarie. E la riforma non e’ un blocco unico, si puo’ cominciare da categoria sotto la serie A e c’e’ lo spazio per partire sin dal 7 di marzo”.