Il presidente dello Stato di Palestina Mahmoud Abbas, è stato ricevuto in udienza privata da Papa Francesco. Il presidente palestinese, conosciuto anche come Abu Mazen, ha auspicato che “altri Stati prendano esempio dalla Santa Sede”, che ha riconosciuto la Palestina un anno e mezzo fa e che oggi accoglie l’apertura della sua ambasciata in via di Porta Angelica. Durante l’incontro, durato 23 minuti, i due hanno discusso del processo di pace in Medio Oriente, di altri conflitti regionali e della necessità di salvaguardare il “carattere sacro dei Luoghi Santi per i credenti di tutte e tre le religioni abramitiche”. Si è parlato anche dei buoni rapporti tra Santa Sede e Palestina, suggellati dall’Accordo globale del 2015, che riguarda aspetti essenziali della vita e dell’attività della Chiesa nella società palestinese.
In tale contesto, si è ricordato l’importante contributo dei cattolici in favore della promozione della dignità umana e in aiuto dei più bisognosi, particolarmente nei campi dell’educazione, della salute e dell’assistenza. Abu Mazen ha pure sottolineato la propria contrarietà al possibile trasferimento dell’ambasciata statunitense da Tel Aviv a Gerusalemme, annunciato dal presidente eletto Donald Trump: “Non possiamo ancora dire nulla perché non è accaduto, ma se dovesse succedere non aiuterebbe certo il processo di pace”, ha concluso il Presidente palestinese. Papa Francesco e il suo ospite hanno auspicato che si possano al più presto riprendere i negoziati per giungere alla fine della violenza in Medio oriente con una soluzione giusta e duratura e che, con il sostegno della Comunità internazionale, si intraprendano misure che favoriscano la reciproca fiducia e contribuiscano a creare un clima che permetta di prendere decisioni coraggiose in favore della pace. Durante la visita in Vaticano, Abu Mazen ha anche inaugurato ufficialmente la sede della rappresentanza diplomatica della Palestina presso la Santa sede, in via di Porta Angelica. Abu Mazen ha donato al Pontefice una pietra del Golgota, due icone raffiguranti il volto di Gesù e la Sacra famiglia, un documentario sulla ristrutturazione della basilica della Natività e un libro sulle relazioni tra Santa Sede e Palestina. Il Papa ha ricambiato con la medaglia dell’anno giubilare e copie in arabo della “Amoris laetitia” e della “Laudato sii”.