Abu Omar, Strasburgo condanna Italia in via definitiva
LA SENTENZA Il governo dovrà pagare all’ex imam 70mila euro per violazione dei diritti umani e 15mila alla moglie per danni morali. Roma colpevole del sequestro e dei maltrattamenti subiti dal terrorista
La sentenza era stata chiara: lo Stato italiano, nell’affare Abu Omar, ha violato i diritti umani. In particolare ad essere violato è stato il divieto della tortura e il diritto al rispetto della vita familiare. Oggi, quanto stabilito lo scorso febbraio dalla Corte di Strasburgo, è definitivo. Nessuno ha fatto ricorso nei tre mesi in cui sarebbe stato possibile (cosa che avrebbe potuto portare a un appello, ndr). Né il governo Renzi, né tantomeno Abu Omar. E dunque la sentenza della Corte per i diritti umani è passata. Strasburgo si era espressa, come detto, nel febbraio di quest’anno, condannado l’Italia per il rapimento e la detenzione illegale dell’ex imam di Milano di origini egiziane e della moglie Nabila Ghali. L’Italia dovrà ora pagare 70mila euro all’imam e 15mila alla moglie per danni morali.
“Il legittimo principio del segreto di Stato è stato chiaramente applicato al fine di assicurare che i responsabili non rispondessero delle loro azioni”, si leggeva allora nella sentenza che riconoscendo il risarcimento, ricordava comunque la condanna per terrorismo internazionale arrivata dal tribunale di Milano. Già, perché Abu Omar lo scorso ottobre, se qualcuno non se ne fosse accorto, è stato condannato in via definitiva a sei anni di reclusione. Lui si era rivolto alla Corte nel 2009 per chiedere che le autorità italiane, coinvolte nel rapimento messo in atto da uomini della Cia, fossero punite per la violazione dei suoi diritti e perché fu torturato e maltrattato durante il carcere in Egitto. Il suo sequestro avvenne con l’assenso dei servizi segreti italiani, all’epoca guidati da Niccolò Pollari. Oggi l’ennesima farsa: risarcire e, magari scusarsi, con un pericoloso criminale.