Abusi sessuali, Papa accetta dimissioni dei primi tre vescovi cileni

Abusi sessuali, Papa accetta dimissioni dei primi tre vescovi cileni
Il vescovo Juan Barros di Osorno
12 giugno 2018

Saltano le prime tre teste nell’episcopato cileno, a partire dal vescovo all’origine dello scandalo abusi sessuali che sta scuotendo la Chiesa del paese, il vescovo Juan Barros di Osorno, dove sono in arrivo gli inviati del Papa. A maggio, infatti, i vescovi cileni (27 ordinari e 7 ausiliari), convocati a Roma dal Papa per un vertice straordinario, avevano rassegnato in blocco le dimissioni nelle mani di Francesco. E oggi il Pontefice argentino ha accettato la rinuncia dei primi tre.

Il Papa, rende noto la sala stampa vaticana, ha infatti accettato la rinuncia al governo pastorale dell`arcidiocesi di Puerto Montt presentata dall’arcivescovo Cristián Caro Cordero, nominando amministratore apostolico padre Ricardo Basilio Morales Galindo, ha accettato la rinuncia di Gonzalo Duarte García de Cortázar a Valparaiso, nominando amministratore apostolico mons. Pedro Mario Ossandón Buljevic, attualmente ausiliare di Santiago de Chile, ed ha accettato la rinuncia del noto Vescovo di Osorno, Juan de la Cruz Barros Madrid, nominando amministratore apostolico un altro ausiliare di Santiago, Jorge Enrique Conchua Cayuqueo. Lo scandalo nella Chiesa cilena era esploso attorno alla figura di padre Fernando Karadima, oggi ottuagenario, carismatico prete dell’alta società della capitale cilena all’epoca della dittatura di Augusto Pinochet con buoni rapporti in Vaticano nella cerchia wojtyliana.

Nel 2011 è stato condannato dalla congregazione vaticana per la Dottrina della fede per abusi sessuali sui minori. Alcune vittime hanno accusato di aver coperto le loro denunce diversi maggiorenti della Chiesa cilena, e in particolare presuli come Juan Barros, attuale vescovo di Osorno, che da giovani sono stati allievi di Karadima. Dopo aver nominato monsignor Barros ad Osorno ed averlo difeso, da ultimo nel suo recente viaggio in Cile a gennaio scorso, il Papa, in seguito alle critiche che le sue parole hanno suscitato, ha cambiato idea, inviando un suo inviato in Cile per indagare, mons. Charles Scicluna, accompagnato da mons. Jordi Bartomeu del Vaticano, scrivendo una lettera ai vescovi cileni, lo scorso otto aprile.

Nella missiva, Francesco riconosceva “gravi errori di valutazione e percezione”, annunciava che avrebbe ricevuto a Roma tre note vittime di Karadima, José Andrés Murillo e James Hamilton (che ha lungamente incontrato a fine aprile), per chiedere loro perdono, e convocava la conferenza episcopale cilena a Roma per “dialogare sulle conclusioni” dell’indagine di Scicluna. Nel frattempo Francesco ha incontrato due gruppi di vittime di preti pedofili cileni ed ha deciso di mandare proprio a Osorno Scicluna e Bartomeu in una seconda missione. A maggio i vescovi cileni, dopo tre giorni di incontri col Papa, hanno rassegnato le dimissioni nelle sue mani. Oggi il Papa ha accettato la rinuncia dei primi tre. Gli altri rimangono dimissionari in attesa delle decisioni di Jorge Mario Bergoglio. askanews

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