Il gruppo automobilistico Volkswagen ha annunciato un piano di ristrutturazione che prevede il taglio di oltre 35.000 posti di lavoro in Germania entro il 2030. Tuttavia, grazie a un accordo con il sindacato IG Metall, tutte le fabbriche rimarranno operative, sebbene con significative riduzioni nella capacità produttiva e riorganizzazioni interne. Questa strategia mira a rispondere al declino del mercato automobilistico europeo e alla crescente concorrenza globale.
Secondo un comunicato ufficiale rilasciato venerdì, Volkswagen ha confermato che i tagli saranno effettuati in modo “socialmente accettabile”, con un risparmio stimato di circa 1,5 miliardi di euro all’anno sul costo del lavoro. Inoltre, la capacità tecnica delle fabbriche verrà ridotta a circa 734.000 veicoli all’anno, corrispondenti quasi interamente al volume dello stabilimento di Wolfsburg. Questo cambiamento si inserisce in un contesto di riduzione della domanda e di necessità di ottimizzare i costi.
Nel settore dei veicoli commerciali, lo stabilimento di Hannover vedrà misure concrete di riduzione dei costi. Nella divisione componenti, Volkswagen prevede di risparmiare circa 3 miliardi di euro entro il 2030, riducendo il costo del lavoro annuale di circa 500 milioni di euro.
Un elemento chiave dell’accordo è la reintroduzione della garanzia contro i licenziamenti per motivi aziendali fino al 2030, che era stata eliminata lo scorso settembre. Tuttavia, i lavoratori dovranno accettare alcune rinunce, tra cui:
L’amministratore delegato di Volkswagen, Oliver Blume, ha descritto l’accordo come “un segnale importante per la futura redditività del marchio”, sottolineando che esso stabilisce “una rotta decisiva per il suo futuro in termini di costi, capacità e strutture”. Thorsten Gröger, capo negoziatore del sindacato IG Metall, ha invece evidenziato i sacrifici richiesti ai lavoratori, affermando che il pacchetto rappresenta comunque una “prospettiva per la forza lavoro”.
La decisione arriva in un momento difficile per Volkswagen. Nei primi nove mesi del 2024, l’azienda ha registrato un calo dei profitti del 33,1% rispetto all’anno precedente, con un decremento delle vendite del 4,4%. Le difficoltà nel mercato cinese e una transizione più lenta del previsto verso la mobilità elettrica hanno aggravato la situazione. L’accordo con IG Metall rappresenta dunque un tentativo di bilanciare le esigenze economiche con la tutela dei lavoratori, evitando chiusure di stabilimenti e ulteriori drastici tagli.