Acqua pubblica, è scontro tra Crocetta e Pd. A rischio 800 milioni

SICILIA La commissione Territorio e Ambiente dell’Ars ha licenziato il relativo ddl. Oggetto del contendere è la gestione della risorsa 

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Nuovo scontro tra il governo Crocetta e la maggioranza. Al centro del nuovo duello c’e’ il tema dell’acqua pubblica e lo stop all’affidamento del servizio ai privati. La commissione Territorio e Ambiente dell’Ars ha licenziato l’apposito ddl, chiudendo una fase dell’iter del testo, rimasto per quasi un anno arenato in commissione Bilancio. Il ddl recepice l’esito del referendum del 2011 per la ripubblicizzazione del servizio idrico. Il testo e’ stato approvato con un solo astenuto e il parere contrario dell’assessore ai Servizi di Pubblica utilita’ Vania Contrafatto che lancia l’allarme: “La Sicilia adesso rischia di perdere 800 milioni e di subire le conseguenze della diffida dell’esecutivo nazionale”. Insomma, dietro l’angolo potrebbe esserci il commissariamento. “Serve un chiarimento immediato tra Giunta e coalizione”, chiede l’assessore.

Un chiarimento a Rosario Crocetta, pero’ lo chiede anche il Pd che parla di “votazione in chiaroscuro” e di “atteggiamento ‘schizofrenico’ del governo”. Per Giovanni Panepinto, deputato regionale del Pd e promotore del disegno di legge sull’acqua pubblica, insieme con i componenti del suo partito della commissione Territorio e Ambiente dell’Ars Marika Cirone di Marco, Mariella Maggio, Fabrizio Ferrandelli, Concetta Raia ed Anthony Barbagallo, afferma che “Crocetta deve dire apertamente come la pensa, se e’ d’accordo con la maggioranza delle forze parlamentari e con il Pd, che ha fatto del ritorno all’acqua pubblica un punto centrale del programma di governo, o se invece la pensa come il suo assessore all’Energia che, probabilmente, tenta di applicare anche in Sicilia il modello nazionale basato sul gestore unico, come se i fallimenti di questi anni non avessero insegnato nulla. Per quel che ci riguarda ci batteremo contro questa impostazione, e se necessario chiederemo al governo regionale di aprire un contenzioso con il governo nazionale”.

Il ddl varato dalla commissione, di conseguenza, restituisce un ruolo da protagonisti ai comuni nella gestione del servizio idrico, respingendo anche il progetto di un gestore unico, piu’ nelle corde dell’esecutivo. Adesso la parola passa all’Aula. Gongola il Movimento cinque stelle che guida la commissione. “Tre, soprattutto -dice il presidente dalla commissione, Giampiero Trizzino – sono i capisaldi della normativa: la gestione affidata ad enti di diritto pubblico, l’attenzione alla categorie meno abbienti, con la creazione di un fondo che consenta alle famiglie disagiate di pagare le bollette relative alla fornitura idrica, e l’erogazione di un quantitativo minimo vitale di acqua garantito a tutti”. L’assessore Contrafatto non ci sta: “L’acqua in Italia e’ e restera’ pubblica, come stabilito da un apposito referendum, ma il ddl approvato dalla Quarta Commissione dell’Ars avra’ l’unico effetto di far rischiare alla Sicilia la perdita di almeno 800 milioni di euro. Per questo il governo ha dato parere negativo al ddl. Il governo non ha, e mai avrebbe potuto farlo, messo in discussione principi come la natura pubblica dell’acqua e il minimo garantito, ma il ddl in questione anziche’ intervenire sull’organizzazione punta sulla gestione, che non e’ di competenza delle Regioni”.

Il governo ha provato piu’ volte a spiegare ai componenti della Commissione che le Regioni, come confermato dalla Corte Costituzionale, possono intervenire solo sull’aspetto organizzativo del servizio idrico integrato, la Sicilia non ha competenza esclusiva su questo servizio. “Ma alcuni parlamentari – accusa Contraffatto – preferiscono fare orecchie da mercante chiedendo una gestione frammentata, con l’unico effetto che questa norma, cosi’ come scritta, rischia di essere impugnata”. Se la Sicilia non si dotera’ di una normativa, e’ il timore dell’esponente del governo Crocetta, rischia di perdere almeno 800 milioni di euro, di essere commissariata “e di pagare multe sempre piu’ salate da parte dell’Ue, oltre che restare senza una legge in materia”. Evidentemente “la diffida del governo nazionale non ha ancora convinto alcune forze politiche che bisogna far presto, nell’interesse dei siciliani. Chiedo alle forze politiche che sostengono il governo un chiarimento immediato con l’esecutivo: l’acqua non puo’ diventare un terreno di scontro fra partiti”.