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Il porsi la domanda di quanto costi una casa ha di per sé dei risvolti positivi, significa che quanto meno ci si sta pensando e che, forse, le possibilità di acquistarla non sono così remote. A ogni modo oggi questo sembra essere un privilegio destinato a pochi. Purtroppo negli ultimi tempi, nonostante il forte ribasso dei prezzi, gli acquisti di immobili non hanno raggiunto certo cifre esaltanti. Al contrario. Eppure una piccola ripresa nel mercato del mattone è stata registrata, anche se a macchia di leopardo, sul nostro territorio nazionale. Il punto è che c’è troppa fretta di vendere, il che all’acquirente non guasta. In realtà anche i mutui vengono concessi con più facilità rispetto al passato. Certo, sono in molti i giovani timorosi di dover ipotecare la loro vita con anni e anni di pagamenti, ma per questo è sufficiente fare una rapida ricerca digitando preventivo prestiti veloci Calcoloprestito e si possono avere delle prospettive molto chiare su come e quanto verrà a costarci una rata.
Nessuno dovrebbe mai fare il passo più lungo della gamba, soprattutto in un momento in cui il lavoro è diventato un qualcosa di eccessivamente precario. Ovviamente per ottenere dei mutui occorrono garanzie, sebbene oggi vengano erogati finanziamenti anche a chi non può darne di certi. Epperò calcolare tutto fino al centesimo è fondamentale se non si vuole incappare in problemi difficili da risolvere. Ma tornando al costo delle case di questi tempi, tradotti in mensilità (ammesso che uno abbia un lavoro), quanto viene? Naturalmente dipende dalla località. A Palermo, per esempio, occorre lavorare per ben 4 anni, ipotizzando un lavoro con una paga media, con un part time si arriva anche al doppio o poco più, e immaginando che tutto lo stipendio venga utilizzato per pagare la casa. Se invece si guardano i dati nazionali, dati raccolti grazie a un’indagine di Tecnocasa, si nota come le annualità medie necessarie per acquistare una casa siano 6,4 a fronte delle 6,6 che occorrevano solo lo scorso anno. Si vede come i costi siano in costante calo, anche se non ovunque. Il perché è naturalmente esplicato dall’alto tasso di tributi che bisogna versare per le seconde case. Naturale quindi che i proprietari svendano pur di liberarsi di quella che un tempo era considerata una rendita e oggi quasi alle stregue di un fardello.