Secondo la sentenza, i condannati avrebbero “agito con la coscienza e volontà non solo di violare la normativa che disciplinava l’utilizzo del finanziamento, ma anche di deviare le finalità del finanziamento”. Si è accusato Di Giovanni e Orlando di aver acquistato veicoli con caratteristiche tipiche delle auto di rappresentanza, ritenute evidenzialmente inutili e inutilizzabili per la platea dei beneficiari previsti, ovvero bambini e ragazzi minorenni.