Ad Amburgo G20 dei dissidi: Disaccordi su clima, commercio e sicurezza. Incontro Trump-Putin

Ad Amburgo G20 dei dissidi: Disaccordi su clima, commercio e sicurezza. Incontro Trump-Putin
7 luglio 2017

Clima, commercio e sicurezza globali: l’agenda dei dissidi fra gli Stati Uniti di Donald Trump e il resto del G20 è assai ricca, e il test del missile balistico intercontinentale nordcoreano non è certo valso ad attenuare le tensioni in vista del vertice che si apre oggi ad Amburgo. Come se non bastassero le tensioni interne, la vigilia del summit è stata funestata da scontri tra manifestanti e la polizia tedesca, con un bilancio di almeno 76 agenti feriti, mentre non vi sono dati riguardo ferimenti tra i partecipanti alla protesta sfociata in tafferugli. Le iniziative ‘contro’ in calendario tra oggi e domani sono numerose e le autorità tedesche – che continuano a temere gravi problemi di ordine pubblico specie da parte dei black-bloc – hanno schierato 20mila agenti in assetto antisommossa. Per quel che riguarda il clima, la Cancelliera tedesca Angela Merkel non ha usato mezzi termini e in un’intervista pubblicata ieri ha definito “deplorevole” la decisione degli Stati Uniti di abbandonare l’accordo di Parigi. Da giorni si lavora su un documento sulla lotta ai cambiamenti climatici da allegare, anche senza l’adesione degli Usa, alle conclusioni del vertice, con cui Merkel intenderebbe sfidare apertamente il presidente americano. Trump da parte sua ha insistito da Varsavia che i rapporti tra Europa e Stati uniti non sono mai stati tanto forti e anzi “l’alleanza gode di ottima salute”: “Il legame transatlantico tra gli Stati Uniti e l’Europa è più forte che mai e, per alcuni versi, addirittura più forte”, ha detto Trump davanti una grande folla a Varsavia. Trump è arrivato a Berlino ieri pomeriggio in serata e al di là delle tensioni con gli alleati europei, la priorità sulla sua agenda è la crisi nordcoreana, su cui il presidente Usa vorrebbe una Cina più determinata e pronta almeno a varare nuove sanzioni nei confronti di Pyongyang.

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Sull’argomento sarà basilare il confronto diretto con il collega cinese Xi Jinping. Il momento più atteso tuttavia sarà l’incontro con Vladimir Putin, delicato da ogni punto di vista sia per i persistenti dissidi con Mosca sulla gestione del conflitto siriano e le sanzioni in vigore dopo la crisi ucraina, sia per le polemiche interne statunitensi relative al Russiagate, che rischia di mettere in crisi l’intera Amministrazione. Il primo faccia a faccia tra i due è stato fissato per oggi alle 15.45. Trump non può quindi rischiare di apparire in alcun modo remissivo con il leader del Cremlino, che a sua volta ha nel nazionalismo la carta politica più importante da giocare a livello interno e ha già criticato le affermazioni rese in Polonia del Presidente statunitense in merito ad “azioni e comportamenti destabilizzanti” da parte russa, in particolare riguardo l’Europa centro-orientale. Ma sulla scena di Amburgo si affacciano anche altre potenze che cercano maggiore influenza sia a livello globale che regionale: Germania e Cina hanno già stretto un accordo per una maggiore cooperazione economica, così come Giappone ed Unione Europea (due economie che rappresentano insieme oltre un quarto del Pil mondiale e la cui partnership, come ha sottolineato il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, avrà effetti “ben al di là dei nostri confini). Il compito che attende Angela Merkel non è quindi facile: la Cancelliera da un lato dovrà cercare di costruire un fronte comune contro un’Amministrazione Trump decisa a continuare sulla propria strada, dall’altro però dovrà evitare di danneggiare ulteriormente i rapporti transatlantici fra Ue e Stati Uniti; il tutto preservando un terreno comune sufficiente a chiudere il vertice con un comunicato congiunto, per quanto deludente. Secondo fonti diplomatiche il testo finale dovrebbe sottolineare come l’intesa sul clima di Parigi sia “irreversibile”, ed esprimere l’impegno di tutti i Paesi esclusi gli Stati Uniti a continuare ad applicare gli accordi sulla riduzione delle emissioni dei gas serra pur “prendendo atto” della decisione di Washington.

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