Addio a Luis Sepulveda: scrittore, militante, favolista

Il romanziere cileno morto in Spagna a 70 anni per Covid-19 VIDEO

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In Italia è stato uno scrittore amatissimo, dai tempi del suo primo libro uscito nel nostro Paese, “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore”. Oggi Luis Sepulveda, narratore, drammaturgo e poeta cileno classe 1949, se ne è andato dopo un lungo ricovero per il contagio da nuovo Coronavirus. Una perdita per il mondo letterario mainstream, ma anche per chi si è riconosciuto dal punto di vista politico nella lotta anti totalitarista del Sudamerica. Incarcerato a lungo dal regime di Pinochet, torturato, liberato, poi di nuovo arrestato e condannato all’esilio, Sepulveda, come il connazionale e quasi coetaneo Roberto Bolano, ha vissuto una vocazione totale per la scrittura militante.

Come scrittore, ha raccontato, per usare un suo celebre titolo, il mondo alla fine del mondo, attraverso un linguaggio evocativo, immaginifico, figlio della tradizione sudamericana più nota, ma rivisitata in modo originale, con una attenzione alla dimensione della favola che ne ha fatto un autore amatissimo. Ed è significativo che il suo titolo più noto, complice anche la trasposizione cinematografica, resti, in fondo, “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”, un romanzo tragico per molti versi, ma anche carico di speranza di rinascita e di una nuova solidarietà, anche ambientale, che forse, al netto della politica e dei suoi orrori, restano il portato più rilevante del Sepulveda scrittore, ancora oggi.

Luis Sepulveda, ci dicono le statistiche, è stato il primo malato ufficiale di Covid-19 nella regione delle Asturie. Il direttore del Salone del libro di Torino, Nicola Lagioia, ha ricordato la sua presenza al Lingotto, insieme ad Alessandro Leogrande, come “uno degli ultimi momenti di vera felicità del nostro lavoro”. E poi ha aggiunto: “Oggi piangiamo i morti”. Una circostanza, purtroppo, molto diffusa anche in Italia al tempo del contagio.