Addio a Vittorio Emanuele di Savoia: una vita controversa tra esilio, amore e guai giudiziari

Addio a Vittorio Emanuele di Savoia: una vita controversa tra esilio, amore e guai giudiziari
3 febbraio 2024

All’età di quasi 87 anni, (li avrebbe compiuto il 12 febbraio) Vittorio Emanuele di Savoia si è spento a Ginevra. Era il figlio di Umberto II, il “re di maggio”, ultimo sovrano d’Italia, e della regina Maria José. La sua vita, lunga e complessa, ha attraversato quasi un secolo di storia, segnato dall’esilio, il sogno del ritorno, guai giudiziari, contraddizioni e mondanità. In questo articolo, esploreremo i momenti salienti della vita di una figura controversa che ha lasciato il segno nella storia italiana.

 

L’annuncio ufficiale

“Alle ore 7.05 di questa mattina, 3 febbraio 2024, sua altezza reale Vittorio Emanuele, duca di Savoia e Principe di Napoli, si è serenamente spento in Ginevra,” ha dichiarato la ‘Real Casa di Savoia’ con una nota ufficiale. I funerali sono previsti per sabato prossimo, 10 febbraio, alle 15 a Superga, il luogo scelto dal defunto principe per la sua sepoltura. “Eravamo preparati da tempo, è una notizia che ci addolora molto. Quella del principe Vittorio Emanuele è stata una vita decisamente sfortunata, massacrato per tutta la vita; purtroppo da buona parte della stampa, ogni cosa che ha fatto è stata utilizzata a suo danno”: lo ricorda così il capitano di vascello Ugo D’Atri, presidente dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon.

Vittorio Emanuele Alberto, Carlo Teodoro Umberto Bonifacio Amedeo Damiano Bernardino Gennaro Maria, nato a Napoli nel 1937, ha vissuto in esilio fin dalla giovane età. Infatti, il 1 gennaio 1948, con l’entrata in vigore della Costituzione, venne stabilito che i discendenti maschi della famiglia Savoia sarebbero dovuti andare in esilio, con divieto di ingresso in Italia. Così, i Savoia e quindi anche Vittorio Emanuele che all’epoca aveva 9 anni, lasciarono il Paese e si divisero tra la Svizzera, la Francia e la Corsica fino alla fine del 2002, quando poterono tornare in Italia in seguito all’abolizione della norma costituzionale che li obbligava all’esilio. In quello stesso 2002, con un comunicato emesso da Ginevra, prese ufficialmente le distanze dalle leggi razziali, per la prima volta nella storia di casa Savoia.

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Sempre nel 2002, furono pubblicate dichiarazioni in cui accettava la fine della monarchia: insieme con il figlio, giurò per iscritto e senza condizioni, fedeltà alla Costituzione repubblicana e al presidente della Repubblica, rinunciando in tal modo a qualunque pretesa dinastica sullo Stato italiano. Vittorio Emanuele fece il suo ritorno, scegliendo Napoli come prima tappa. Uno degli aspetti più noti della vita di Vittorio Emanuele è stato il suo amore controcorrente. Innamoratosi perdutamente di Marina Doria, campionessa di sci d’acqua, nonostante non avesse sangue blu, ha sfidato la sua famiglia per sposarla. Il matrimonio, celebrato nel 1970 a Las Vegas e nel 1971 a Teheran, è durato 70 anni e ha dato vita a Emanuele Filiberto di Savoia.

 

Leggi razziali e guai giudiziari

Nel 1978, durante una lite con dei vicini di yacht a Cavallo, in Corsica, Vittorio Emanuele sparò accidentalmente ferendo mortalmente lo studente tedesco Dirk Hamer. Questo episodio condizionò la sua vita, dando inizio a una lunga battaglia legale. Nel 1991, Vittorio Emanuele venne assolto dall’accusa di omicidio volontario dai giudici francesi, con formula piena. Altro guaio giudiziario, l’arresto nel 2006 nell’ambito dell’indagine ‘Vallettopoli’ sulla corruzione e tangenti. Nonostante un periodo in carcere, venne prosciolto e ottenne un risarcimento dallo Stato. Alcuni passaggi controversi, come la sua affermazione sulla morte di Hamer durante il periodo di detenzione, hanno contribuito a mantenere una costante attenzione mediatica sulla sua figura. Altro capitolo è l’onta delle leggi razziali di cui sono stati sempre accompagnati gli eredi Savoia. Nel 2002, Vittorio Emanuele definì la firma sotto le persecuzioni degli ebrei come “una macchia indelebile per la nostra famiglia”. Tuttavia, nel 1997, aveva minimizzato quelle leggi, definendole “non così terribili”. Nel 2021, sarà il figlio Emanuele Filiberto a porgere ‘scuse solenni’ alla Comunità ebraica.

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Richiesta di risarcimento e gioielli di famiglia

Nel 2007, i legali della famiglia Savoia presentarono una richiesta di risarcimento di 260 milioni di euro allo Stato italiano. Questa somma, secondo la famiglia reale, avrebbe dovuto coprire i danni subiti durante l’esilio e la confisca dei beni nel 1948. Tuttavia, le autorità italiane respinsero la richiesta, sottolineando la mancanza di riconoscimento per tali pretese. Un’altra richiesta di Vittorio Emanuele riguardò la restituzione dei gioielli di famiglia, confiscati nel 1946 e ancora custoditi nei forzieri della Banca d’Italia.

Si tratta di diademi, orecchini e collier impreziositi da oltre seimila brillanti e duemila perle, il cui valore è stimato in svariati milioni di euro. Nonostante il ricorso alla Consulta, anche questa richiesta fu respinta dallo Stato italiano. Vittorio Emanuele di Savoia divenne nuovamente oggetto di discussione nel 2022, quando scrisse una lettera aperta in occasione del 160° anniversario dell’Unità d’Italia. In questa lettera, l’ex principe reale parlò del Covid-19 come di un “nuovo nemico”, definendolo un’oppressione straniera subdola e invisibile. La sua prospettiva, sebbene personale, aggiunse ulteriore controversia al rapporto già complesso tra la famiglia Savoia e lo Stato italiano.

 

Il funerale a Superga

Sabato prossimo, si terranno i funerali di Vittorio Emanuele, e la sua sepoltura avverrà a Superga, la “collina bellissima” che lui stesso definì in passato. Questo luogo, con il quale il “mancato re” dichiarò di sentirsi profondamente legato, sarà la sua ultima dimora. Il presidente dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, Ugo D’Atri, ha informato la stampa che “Vittorio Emanuele voleva essere sepolto a Superga, come mi ha detto stamani il figlio Emanuele Filiberto. Il funerale si celebrerà sabato 10 febbraio alle 15 a Superga dove verrà sepolto”. 

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Un uomo, Vittorio Emanuele, che nonostante la sua vita complessa e le controversie che lo hanno circondato, ha sempre ribadito il suo sentimento di italianità, tifando per Napoli per tutta la sua vita. In estrema sintesi, la vicenda di Vittorio Emanuele di Savoia è un capitolo complesso della storia italiana, contraddistinto da rivendicazioni respinte, lettere aperte e richieste di restituzione. La sua figura, avvolta da una certa aura di controversia, continuerà a essere oggetto di riflessione e discussione nel contesto della storia della famiglia reale italiana.

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