E’ morto questa mattina, nella sua casa di Sarnico sul lago di Iseo, l’ingegnere Carlo Riva, patron della omonima società di di motoscafi di lusso, fondata nel 1842 da Pietro Riva, simbolo della nautica Made in Italy. Aveva 95 anni. Sono gli anni ’50 quando Carlo Riva prende in mano le sorti dei cantieri, da sempre sinonimo di eleganza. Le creazioni Riva divengono oggetti del desiderio di famiglie reali, attori e campioni dello sport. In quel decennio l’Ingegnere diede vita a una serie di barche in legno dal design inconfondibile: tra queste l`Ariston, il Tritone, primo bimotore, il Sebino, che inaugura la produzione in serie, e il Florida. Ma è nel novembre del 1962 che nasce il mito: il suo nome è Aquarama, che diventa per eccellenza il simbolo stesso del gruppo Riva. Nel settembre 1969, Carlo Riva, amareggiato dall’asprezza del clima sindacale, vende il cantiere alla statunitense Whittaker, mantenendo le cariche di presidente e direttore generale, dalle quali si dimette nel luglio 1971. Le stesse cariche vengono assunte da Gino Gervasoni, suo partner sin dal 1950. Nel 1989, a un anno dall’acquisto del 100% delle azioni della società Riva da parte del gruppo inglese Vickers, di cui faceva parte anche il brand Rolls-Royce, Gervasoni – che ha sposato la sorella di Carlo Riva – lascia il cantiere dopo 41 anni di attività. Termina cosi la presenza della famiglia Riva nel cantiere. Nel 2000 Ferretti Group acquisisce il cantiere Riva, che torna, così, a battere bandiera tricolore. “Ci ha lasciato Carlo Riva, il più grande di tutti – ha dichiarato Alberto Galassi, Ad di Ferretti Group – Il mondo perde un geniale creatore di barche, un maestro di stile, un gigante della storia industriale e imprenditoriale della nostra Italia”.
BARCHE LEGGENDARIE PER VIP Quando si pronuncia il nome di Carlo Riva, l’ingegnere scomparso questa mattina all’eta’ di 95 anni, il pensiero corre veloce ad ‘Aquarama’, la barca con lo scafo in legno, che fin dalla sua presentazione, nel 1962 divento’ il simbolo stesso di Riva, addirittura ‘un marchio nel marchio’. Il nome si ispirava ai “cinerama”, i grandi schermi cinematografici sperimentali americani e lo slogan di presentazione era “Sole, mare, gioia di vivere”. Riva diventa presto simbolo di eleganza che con i suoi motoscafi rende l’Italia famosa nel mondo. E anche Sarnico (Bergamo), localita’ sul lago d’Iseo dove abitava e dove ha sede il cantiere navale, fondato nel 1842 dal suo bisnonno, Pietro Riva. Dalle origini a oggi, la produzione e’ virata dal trasporto alla motonautica con i motoscafi da corsa. Gli anni ’50 sono quelli di Carlo Riva, da subito arruolato nell’azienda di famiglia. Fu lui, nel 1954, a inaugurare il nuovo avveniristico cantiere – ancora oggi tutelato dalla Sovrintendenza ai Beni Artistici e Architettonici – e lo organizzo’ con un’impostazione produttiva all’avanguardia. Negli stessi anni trasformo’ l’idea stessa di barca: da strumento di lavoro, mezzo di trasporto merci e passeggeri o “bolide” da competizione nelle prime gare in acqua, a oggetto di piacere e lusso, creando un prodotto unico per estetica e funzione, eleganza e cura dei particolari. Le creazioni Riva divengono oggetti del desiderio di famiglie reali, attori e campioni dello sport, uomini d’affari e celebrita’ del cinema. Tra i tanti: Sophia Loren, Brigitte Bardot e Liz Taylor, Sean Connery e Jean Paul Belmondo, Richard Burton e Jackie Stewart.
Nel decennio della rivoluzione industriale italiana, dominata dal mito della velocita’ e delle auto da corsa l’ingegnere intercetta il fenomeno dando vita ad una serie di barche in legno, che precedono la mitica Aquarama e sono l’Ariston e il Tritone, primo bimotore. Ma tornando al ‘mito’, il prototipo e’ il Lipicar: 8 metri di lunghezza x 2,60 di larghezza, posti per otto persone, due cuccette a prua, due motori, velocita’ di 73 km/h. E un prezzo al pubblico di 10 milioni e 800mila lire. Sette anni dopo, nel 1969 un’altra pietra miliare segna la storia del leggendario marchio: inizia la produzione in vetroresina. Nascono i primi due modelli in composito. Fra gli anni ’70 e ’90 nascono, fra gli altri, il St. Tropez e il Superamerica, primo importante cabinato rimasto per oltre 20 anni sul mercato. Nel settembre 1969, Carlo Riva, “amareggiato dall’asprezza del clima sindacale”, come si legge sul sito Riva, vende il cantiere alla statunitense Whittaker, mantenendo le cariche di Presidente e Direttore Generale, dalle quali si dimette nel luglio 1971. Le stesse cariche vengono assunte da Gino Gervasoni, suo partner sin dal 1950, e anche suo cognato. Nel 1989, a un anno dall’acquisto del cento per cento delle azioni della societa’ Riva da parte del gruppo inglese Vickers, Gino Gervasoni lascia l’incarico dopo 41 anni di attivita’, sancendo la fine della presenza della famiglia nel cantiere. Ultimo passaggio di mano nel 2000, quando Ferretti Group acquisisce il Cantiere Riva. Nel 2005, nel Principato di Monaco, “casa prediletta” di Riva in Costa Azzurra, Alberto II di Monaco lo insignisce del titolo di “Personnalite’ de la Mer”. Carlo Riva si e’ spento serenamente nella sua Sarnico, oggi, 10 aprile, forse, come diceva egli stesso “con un po’ di nostalgia nel rivivere la galoppata della mia bella vita di barcaiolo”.