ADDIO DIESEL | Dal 1° gennaio 2026 ci costringono a cambiare macchina: c’è la firma di 3 Ministri

Addio diesel - (pexels) - IlFogliettone.it
E’ in arrivo un cambiamento epocale nella mobilità che costringerà in tanti ad acquistare subito un’auto nuova.
Il recente provvedimento sul riallineamento delle accise tra gasolio e benzina segna un cambiamento significativo nella politica fiscale italiana. Questa misura, che prevede un aumento per il gasolio e una riduzione per la benzina, mira a uniformare le aliquote sui carburanti, con implicazioni rilevanti per automobilisti, bilancio pubblico e politiche ambientali.
Attualmente, l’accisa sul gasolio ammonta a 61,7 centesimi al litro, mentre quella sulla benzina è pari a 72,8 centesimi al litro. Con la riforma, entrambi i carburanti saranno soggetti a un’aliquota di 67,25 centesimi al litro. Questo riallineamento comporterà un incremento di 5,55 centesimi per il gasolio e una riduzione equivalente per la benzina, riducendo la disparità fiscale esistente.
Gli effetti della misura si rifletteranno direttamente sul prezzo finale del carburante. Gli automobilisti che utilizzano veicoli diesel subiranno un aumento dei costi, mentre chi guida vetture a benzina beneficerà di un risparmio. La variazione dei prezzi potrebbe anche influenzare le scelte future in termini di acquisto di veicoli, con possibili ripercussioni sul mercato automobilistico.
Dal punto di vista delle entrate statali, l’effetto sarà considerevole. Con un consumo stimato di 28,8 miliardi di litri di gasolio contro 12,3 miliardi di litri di benzina nel 2024, anche un lieve aumento del prezzo del gasolio genererà un gettito significativo. Si stima che un incremento di 1 centesimo al litro possa portare circa 245 milioni di euro in più nelle casse dello Stato.
Destinazione delle risorse
Le risorse aggiuntive derivanti dalla riforma saranno in parte destinate al potenziamento del trasporto pubblico locale e al fondo per la delega fiscale. Questo contribuirà al rinnovo dei contratti per gli autoferrontranvieri, settore cruciale per la mobilità sostenibile e la qualità dei servizi pubblici.
Inizialmente prevista per luglio 2025, l’entrata in vigore della misura è stata posticipata al 1° gennaio 2026. Questo slittamento consente a cittadini, aziende e enti locali di adeguarsi al nuovo regime fiscale. La gradualità della transizione è volta a minimizzare gli impatti negativi, offrendo un margine temporale adeguato per la pianificazione economica.

Verso una fiscalità verde
Il riallineamento delle accise si inserisce nel contesto di una transizione verso una fiscalità più sostenibile. Penalizzare meno la benzina rispetto al gasolio, storicamente considerato più inquinante, rappresenta un passo avanti nelle politiche ambientali. Questa scelta si allinea agli obiettivi europei di riduzione delle emissioni di CO2 e di promozione di carburanti a minor impatto ambientale.
Il provvedimento rappresenta una scelta strategica che unisce esigenze fiscali, ambientali e sociali. Mentre il riallineamento delle aliquote potrebbe comportare oneri aggiuntivi per alcuni consumatori, i benefici in termini di equità fiscale e sostenibilità ambientale sono evidenti. L’Italia si avvia così verso un sistema di tassazione più equilibrato, in linea con le direttive europee e con gli obiettivi di decarbonizzazione.