Addio a Gilberto Benetton, stratega finanziario del gruppo

Da un’azienda tessile a Ponzano Veneto a un impero internazionale

Gilberto Benetton

È morto Gilberto Benetton, l’anima finanziaria del gruppo di Ponzano Veneto. L’imprenditore aveva 77 anni ed “è spirato nella sua casa di Treviso, dopo un breve periodo di malattia”. Con i suoi tre fratelli aveva fondato l’azienda tessile che è poi diventata un gruppo internazionale con partecipazioni nella finanza e in diversi settori industriali, dalle autostrade agli aeroporti. E Gilberto è stato l’artefice di questa espansione, culminata alcuni mesi fa con l’accordo Atlantia-Abertis.[irp]

Un’operazione di grande portata seguita però da due eventi luttuosi, che hanno segnato profondamente l’imprenditore trevigiano: a luglio la morte del fratello Carlo, stroncato da un tumore, e ad agosto il crollo del ponte Morandi a Genova, con le polemiche che hanno coinvolto Autostrade per l’Italia e la famiglia veneta. Eventi tragici che hanno inciso negativamente sulla salute di Gilberto Benetton, che già da tempo lottava con una malattia. Con i fratelli Luciano, Carlo e Giuliana, nel 1965 ha creato l’azienda di maglieria a Ponzano.

Dopo la crescita globale negli anni ’70, nel decennio successivo Gilberto ha lanciato la famiglia verso una progressiva diversificazione delle attività. Lavorando fianco a fianco con il manager di fiducia Gianni Mion, ha condotto la holding di famiglia (Edizione) alla conquista di Autogrill, Autostrade, Aeroporti di Roma e di altre società nel settore immobiliare e delle infrastrutture. Con partecipazioni finanziarie nelle Generali e in Mediobanca, e in passato anche in Pirelli e Telecom. E nonostante l’età non più giovane, era rimasto l’unico rappresentante dei Benetton nel consiglio di amministrazione di Atlantia.[irp]

Una strategia di successo che ha portato i Benetton a regnare su un impero internazionale e lo ha reso il 12esimo uomo più ricco d’Italia, con un patrimonio stimato in due miliardi. Un traguardo notevole per un uomo che era rimasto orfano molto giovane e a 14 anni aveva dovuto abbandonare gli studi. Per dedicare tutta la vita al lavoro, rimanendo una persona schiva, molto legata alla famiglia e poco propensa a esibire la ricchezza. Amava invece lo sport, il golf in particolare, e a Treviso ha regalato il centro sportivo La Ghirada, insieme a tanti anni di sostegno al rugby, alla pallavolo e alla pallacanestro. Un impegno premiato con l’ingresso, nel 2012, nell’Italia Basket Hall of Fame in qualità di benemerito.