È stato il primo uomo a compiere una passeggiata spaziale. Se ne è andato a 85 anni Alexei Leonov, il cosmonauta russo, primo comandante di una missione americano-sovietica nel 1965. Durante la missione Voskhod 2 compì un’attività extraveicolare. Rimase all’esterno della capsula spaziale per circa 12 minuti. L’Agenzia spaziale russa Roskosmos ha annunciato “con rammarico” la morte a Mosca del “cosmonauta numero 11”. E così l’uomo che rischio’ la vita “passeggiando” nello spazio non c’e’ piu’. Nonostante non fosse stato il primo uomo ad andare sulla luna, Leonov si guadagno’ il titolo di “primo astronauta” a muoversi lontano dalla Terra, nel “nero piu’ profondo”, in quella corsa alla conquista dello spazio che impegno’ Stati Uniti e Unione Sovietica per decenni. Era il 18 marzo del 1965 quando Leonov usci’ dalla capsula Voskhod 2 e, per dodici interminabili minuti, attaccato a una corda, “passeggio'” nello spazio. “Ero pienamente concentrato – racconto’ due mesi dopo alla rivista americana Life – con il sangue freddo e, relativamente, non eccitato. Ma la vista fu straordinaria: le stelle non brillavano, era tutto fermo, tranne la terra”.
Cio’ che non aveva rivelato era che lui e il suo compagno di viaggio, Pavel Belyayev, erano stati fortunati a sopravvivere. La tuta di Leonov si gonfio’ durante l’uscita, rendendo impossibile il rientro dentro la capsula, mentre il tempo scorreva. “Sapevo che non dovevo farmi prendere dal panico”, confesso’ nel libro scritto nel 2004 assieme all’astronauta americano David Scott, “Two Sides of the Moon”. Leonov sgonfio’ la tuta, liberando ossigeno, ma rischiando cosi’ di restare senza aria. La manovra si rivelo’ vincente. “Quando entrai dentro la capsula – racconto’ – ero sudato fradicio e il cuore mi batteva all’impazzata. Ma era solo l’inizio dei problemi”. A bordo la pressione dell’ossigeno era salita a livelli di guardia, con il rischio che una scintilla avrebbe potuto far esplodere tutto. Il livello torno’ alla normalita’, e senza che i due astronauti abbiano mai capito come. La missione fu salva e con essa il primato sovietico nello spazio. Il primo cosmonauta Usa a replicare la “passeggiata” fu Ed White ma soltanto tre mesi dopo. Troppi per non passare alla storia come il piu’ grande smacco subito dalla potenza a stelle e strisce.
In realta’ Leonov, nato nel ’34 in Siberia, maggiore dell’aviazione sovietica, grande amico del primo astronauta sovietico, Yuri Gagarin, non ha mai visto gli Usa come un nemico e lo stesso e’ stato per gli americani. Nel ’75, durante la missione congiunta Apollo-Soyuz, l’astronauta sovietico incontro’ i colleghi statunitensi davanti alle telecamere di tutto il pianeta, mettendo il sigillo a quella che sarebbe poi diventata la prima collaborazione internazionale nello spazio tra i due Paesi impegnati nella Guerra Fredda. La Nasa ha ricordato Leonov con un messaggio in cui ha espresso “dolore” per la perdita di un “uomo leggendario”. Il presidente russo Vladimir Putin lo ha definito “grande uomo” e ne ha celebrato il “coraggio”. “Una perdita enorme per noi tutti e per l’umanita’ – ha aggiunto la vedova di Leonov, Tamara Volynova – per me e’ stato un uomo unico”. I funerali si svolgeranno martedi’ 15 ottobre al Mytishchi Military Memorial, il cimitero monumentale alle porte di Mosca.