Addio a Niki Lauda, leggenda della Formula 1. Montezemolo: “Scomparsa lascia un enorme vuoto dentro me”

La famiglia: “Un modello e un punto di riferimento per tutti noi”. Il tre volte campione del mondo è scomparso in una clinica svizzera video

Niki Lauda

La Formula 1 ha perso uno dei campioni piu’ grandi della sua storia: Niki Lauda e’ morto lunedi’ in una clinica svizzera. Aveva 70 anni. Nell’estate del 2018 Niki Lauda aveva dovuto sottoporsi ad un complicato trapianto di polmoni. A causa di problemi ai reni era stato trasferito in un centro di riabilitazione per una dialisi proprio alla vigilia dell’inatteso decesso.

“Con profonda tristezza, annunciamo che il nostro amato Niki è morto pacificamente con la sua famiglia lunedì scorso”. E’ con queste parole, affidata a un comunicato pubblicato da ‘The Sun’ che la famiglia di Niki Lauda ha annunciato la morte del grande campione di Formula Uno. “I suoi risultati unici come atleta e imprenditore sono e rimarranno indimenticabili – scrive la famiglia -, come il suo instancabile entusiasmo per l’azione, la sua schiettezza e il suo coraggio. Un modello e un punto di riferimento per tutti noi, era un marito amorevole e premuroso, un padre e nonno lontano dal pubblico, e ci mancherà”.

“Caro Niki, grande e vero amico da cinquant’anni, ti penso tanto e la tua scomparsa lascia un enorme vuoto dentro di me”. E’ il commosso ricordo di Niki Lauda da parte dell’ex presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo. “Con te ho vissuto alcuni dei momenti più belli della mia vita, abbiamo condiviso tante indimenticabili vittorie della Ferrari e siamo sempre stati uniti da grande affetto, anche quando ci siamo trovati a competere in campi avversi -prosegue Montezemolo in una nota-. Sei stato un grande Campione, un Campione del Mondo in pista e fuori, un amico sincero, un uomo diretto e leale”. “Sono vicino con grande affetto ai tuoi figli e a tua moglie e invito tutti i nostri tifosi a rivolgere un ultimo grande applauso a te, indimenticabile Campione”, conclude.

La Ferrari commenta su Twitter la morte di Niki Lauda. “Oggi è un giorno triste per la F1. La grande famiglia della Ferrari apprende con profonda tristezza la notizia della morte dell’amico Niki Lauda, tre volte campione del mondo, due con la Scuderia (1975-1977). Resterai per sempre nei cuori nostri e in quelli dei tifosi. #CiaoNiki”, scrive l’azienda di Maranello.

LA CARRIERA

Era nato a vienna il 22 febbraio del 1949. E’ stato campione del mondo di Formula 1 nel 1975 e nel 1977 con la Ferrari e poi nel 1984 con la McLaren. Ha fondato e diretto due compagnie aeree, la Lauda Air e la Niki e dal 2012 era presidente esecutivo della scuderia tedesca Marcedes Amg F1. Era soprannominato “il computer” per la sua meticolosita’ e la sua capacita’ di individuare anche il piu’ piccolo difetto della vettura che guidava. Di lui molti ricordano il drammatico incidente sul circuito del Nurburgring nell’agosto del 1976 che gli lascio’ il volto sfigurato. Ma poco dopo e’ tornato in pista sottolineando come la l’auto si “guida con il sedere” e non con la faccia. E’ considerato tra i migliori piloti di sempre. Nel corso della sua carriera ha disputato 171 Gran Premi vincendone 25 e segnando 24 pole position e altrettanti giri veloci. L’esordio e la carriera Il padre di Niki Lauda, Hans Lauda, ricco uomo d’affari, non ha mai sostenuto la passione del figlio.

Cosi’, nel 1968, il rampollo dell’alta societa’ austriaca abbandono’ gli studi universitari prendendo in prestito del denaro per finanziare la sua carriera. Partecipo’ al campionato di Formula Vee e successivamente passo’ alla Formula 3, ma la sua attivita’ da professionista prese il via grazie a un altro prestito bancario, coperto da un’assicurazione sulla vita, che gli consenti’ di ottenere un posto presso il team March in Formula 2. Il suo esordio in gara avvenne il 15 agosto 1971, quando debutto’ nel Gran Premio d’Austria a Zeltweg, ritirandosi quasi a meta’. La coppia Niki Lauda e Ronnie Peterson non consegui’ buoni risultati nel campionato di F1, ma Lauda dimostro’ il suo talento come pilota regolare in F2. Dopo aver ottenuto un altro prestito, l’austriaco decise di spostarsi presso la BRM in F1, dove fece coppia con Clay Regazzoni per la stagione 1973. Tornato alla Ferrari, Regazzoni mise una buona parola su Niki Lauda con Enzo Ferrari, che decise di convocare l’austriaco a Maranello.

Durante la stagione 1974, Niki Lauda esordi’ in Argebtuba con un secondo posto in sella alla Ferrari 312 T, e vinse il suo primo gran premio a Jarama, in Spagna. Dopo aver vinto anche in Olanda, ebbe l’opportunita’ di competere per il titolo mondiale con Regazzoni, Emerson Fittipaldi (McLaren) e Jody Scheckter (Tyrrell). L’incidente del 1 agosto 1976 Il ricordo del rogo in cui ha rischiato la vita lo ha portato indelebile sul viso. Era il primo agosto del 1976 quando la sua Ferrari prese fuoco e lui si salvo’ solo per l’intervento di alcuni colleghi (Guy Edwards, Brett Lunger, Herald Ertl e Arturo Merzario) che scesero dalle loro auto interrompendo la gara per soccorrerlo. Niki Lauda torno’ stoicamente in sella solo 42 giorni dopo il terribile schianto.

Nel 1979 annuncio’ il ritiro dalle gare ma torno’ in pista nel 1981 con la scuderia McLaren e riusci’ a laurearsi campione del mondo per la terza volta nel 1984. L’anno successivo fu l’ultimo nel mondo della Formula 1. Il rivale di sempre, James Hunt Un’agguerrita rivalita’ ma anche una leale amicizia passata alla storia quella tra il pilota inglese James Hunt e Niki Lauda tanto che il regista Ron Howard ha deciso di celebrarla in un film ‘Rush’ uscito nel 2013. Lauda e Hunt “sono due persone diverse ma accomunate dalla folle corsa per raggiungere il livello piu’ alto possibile”, osservo’ Howard presentando la pellicola sui due campioni, l’istintivo playboy Hunt e il suo metodico avversario Lauda. Hunt e’ morto il 15 giugno del 1993.