Il disegno di legge Pillon che rivoluziona l’affido condiviso, introducendo il concetto di “bigenitorialità perfetta” e proponendo di cancellare l’assegno di mantenimento, “non è assolutamente possibile approvarlo così come è stato formulato”. Parola del sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle Pari Opportunità Vincenzo Spadafora che ha preso posizione – battendo così un colpo da parte del Movimento cinque stelle su un tema su cui, evidentemente, la sensibilità rispetto all’alleato di governo, la Lega, è diversa -, dopo le molte polemiche sollevate dal ddl. L’esponente Cinquestelle ha quindi annunciato che si metterà mano alla legge proposta dal senatore leghista, avvocato e fondatore del Family day Simone Pillon.
“Il nostro dovere in Parlamento è di rivederla”, ha sottolineato Spadafora spiegando che bisogna “far sì che tutte le proposte successive rimettano al centro esclusivamente l’interesse dei bambini e delle bambine. Non ci deve essere alcun arretramento culturale sul tema dei diritti nel nostro paese”. Il testo, che ha iniziato a Palazzo Madama il suo iter, nella commissione Giustizia, prevede oltre al mantenimento diretto e proporzionale – venendo meno l’assegno di mantenimento – del figlio, “tempi paritetici di frequentazione” del bimbo tra padre e madre. In pratica un figlio dovrebbe ‘pendolare’ da una casa all’altra per alcuni periodi prefissati o anche a giorni stabiliti. Aspetti della legge che hanno scatenato molte polemiche e l’accusa di voler impedire alle donne (secondo le ultime statistiche una su due non lavora) di divorziare.
Le opposizioni davanti alle parole di Spadafora si compattano per chiedere il ritiro del ddl. Per dirla con Francesco Giro, senatore di Forza Italia, il disegno di legge Pillon è stato messo da parte perchè “era una porcheria”. “E’ un sollievo che il Governo abbia annunciato uno stop al ddl Pillon – spiega l’azzurra Mara Carfagna da sempre critica verso il ddl -. La bigenitorialità è un valore importante e scritto nelle nostre leggi, ma l’interesse delle bambine e dei bambini è un principio protetto dalla Costituzione che in nessun caso può passare in secondo piano. Quando una riforma di questa rilevanza sociale raccoglie critiche circostanziate e allarmate da giuristi e pedagoghi, da cattolici e laici, dai Centri antiviolenza come dalle Associazioni che combattono gli abusi sull’infanzia, è saggio modificarla e passarla al vaglio del Parlamento nel modo più ampio e condiviso possibile”. “A questo punto – osserva Valeria Valente, vice presidente del gruppo del Pd a Palazzo Madama – chiediamo a Spadafora di aggiungere la sua voce alla nostra per ottenere il ritiro del ddl Pillon per lavorare invece insieme al Pd ad una legge sull`affido condiviso che abbia come priorità la tutela dei bambini e la loro serenità”.