Affondo di Fitto su Fi e Salvini, Cav costretto a reazione zen

Affondo di Fitto su Fi e Salvini, Cav costretto a reazione zen
27 novembre 2014

di Barbara Acquaviti

Più di ciò che è successo, forse, questa volta a contare è quello che non è successo. Nessuno show down, nulla di simile al ‘che fai mi cacci’ di finiana memoria. Non che l’esito dovesse essere questo solo perché così era stato deciso dai media, ma perché l’aria a palazzo Grazioli nelle ore precedenti alla riunione (bis) del comitato di presidenza di Forza Italia era piuttosto pesante. Silvio Berlusconi, infatti, non aveva molto gradito l’incalzare di dichiarazioni di Raffaele Fitto a favore delle primarie. Primarie, peraltro, a ogni livello: il solo parlarne è visto dal Cav come un tentativo di mettere in discussione la sua leadership.

Nel corso della mattinata di ieri l’establishment azzurro ha provato a convincere l’ex premier a rinviare l’incontro proprio per il timore di un redde rationem ma Berlusconi non ne ha voluto sentir parlare. Contemporaneamente gli ambasciatori – compresi Denis Verdini e Gianni Letta – si sono mossi nei confronti dell’europarlamentare che guida l’opposizione interna per convincerlo a non usare toni che potessero essere considerati troppo provocatori. Alla fine, comunque, i toni che usa hanno un forte suono accusatorio: la sconfitta alle regionali – ha detto – è stata “enorme”, Forza Italia deve tornare in mano agli elettori attraverso le primarie e non può essere gregaria di nessun Matteo, né di Renzi né di Salvini. Già, perché il recente innamoramento di Berlusconi nei confronti del leader leghista “goleador” ha gettato nel panico i gruppi parlamentari.

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Berlusconi lo sa e per questo risponde che le sue parole sono state “strumentalizzate”, che non ha mai incoronato il segretario del Carroccio leader ma si è limitato a dire che è uno dei potenziali. Insomma, una versione zen che si manifesta anche nella decisione di tenere per la prossima settimana una ulteriore riunione in cui valutare le proposte di rifondazione del partito. Per la stessa ragione oggi l’ex premier e Fitto potrebbero incontrarsi. Ma è chiaro che i problemi azzurri non sono scomparsi, al massimo sono congelati. La prova è l’insistenza dell’eurodeputato per l’azzeramento delle cariche di partito nonostante Giovanni Toti ci tenga a dire che durante il comitato di presidenza non è stato detto nulla di tutto ciò.

E poi, resta il malessere all’interno dei gruppi parlamentari, soprattutto di coloro che hanno deciso di schierarsi con Fitto e che continuano a mettere in discussione quel patto del Nazareno che invece Berlusconi difende. Molti degli interventi nel corso della riunione sono stati improntati alla necessità di fare attenzione alla tempistica del varo della legge elettorale: stiamo attenti – è stato il leit motiv – che tutto si tenga anche con l’elezione del prossimo capo dello Stato. Che al Senato ci sia una certa agitazione a Berlusconi è chiaro, ma è suonata allarmante una frase pronunciata da Daniele Capezzone nel suo intervento. “Presidente tu dovresti essere grato a Raffaele perchè lui – ha detto – sta mantenendo un gruppo di senatori che altrimenti sarebbero già andati via”.

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