Un canale televisivo fatto da donne e dedicato alle donne per scuotere la coscienza dell’Afghanistan. E’ l’ambizioso, e pericoloso, obiettivo di Zan tv, prima televisione afgana pensata tutta al femminile. Qui ci sono solo giornaliste, dalle caporedattrici in giù. Hanno tutte fra i 22 e i 30 anni e un compito difficile davanti: parlare di diritti delle donne in televisione mettendo a rischio le loro stesse vite. “Certo, per noi è difficile – dice Parisa Mehrazar Hamid Padgan, conduttrice di una trasmissione politica – ma queste difficoltà non hanno alcuna importanza perché siamo determinate a essere forti, a lavorare e seguire il nostro cammino per l’avvenire della società”.
Ad avere fondato la televisione delle donne, però, è un uomo: Hamed Samar. “La mia sola preoccupazione è la sicurezza della squadra e delle loro famiglie. E’ cruciale, spero che le forze di sicurezza siano capaci di fornirci aiuto”. Come lui, sono uomini anche la maggior parte dei 16 tecnici, questo perché è raro che una donna possa formarsi per un lavoro specializzato in un Paese in cui si viene spesso trattate “come animali”, dicono le redattrici. “C’è un bisogno cruciale di una televisione come questa – è convinta Malalai Zikria, consigliera culturale per la tv – è una buona piattaforma da cui le afgane possono reclamare i loro diritti. Le donne possono difendere i loro diritti meglio se lo fanno da sole piuttosto che lasciarlo fare agli uomini”. Le trasmissioni dovrebbero cominciare a breve, tutte le conduttrici andranno in tv velate. “E’ un paese islamico e dobbiamo rispettare le leggi”, spiegano. “Possiamo lottare per i nostri diritti anche velate”.