Le forze di sicurezza israeliane hanno aggredito le persone che trasportavano il feretro della giornalista di Al Jazeera, Shireen Abu Akleh, fuori dal St Louis French Hospital, nel quartiere Sheikh Jarrah di Gerusalemme Est. La diretta trasmessa da Al Jazeera ha mostrato le immagini delle persone che trasportavano il feretro colpite dagli agenti, tanto da rischiare la caduta del feretro. Secondo quanto precisato dall’emittente, gli agenti sono intervenuti per impedire che il feretro venisse accompagnato a piedi nella Cattedrale dell’Annunciazione, nel quartiere cristiano della città vecchia di Gerusalemme: “Volevano scortare la salma a piedi. Non volevano salire in macchina, l’esercito israeliano ha detto che non era permesso”.
Abu Akleh, la giornalista palestinese-americana da oltre 20 anni volto del conflitto israelo-palestinese sull’emittente del Qatar, è stata uccisa mercoledì scorso da colpi di arma da fuoco esplosi mentre stava seguendo un raid delle forze israeliane in un campo profughi vicino Jenin, in Cisgiordania. I colleghi che erano con Abu Akleh hanno accusato i soldati israeliani, respingendo l’ipotesi avanzata dalle autorità israeliane che ad uccidere la donna siano stati colpi esplosi dai miliziani palestinesi impegnati in scontri con le forze israeliane. L’Autorità palestinese ha respinto la proposta israeliana di condurre un’indagine congiunta sulla morte della giornalista, annunciando che porterà il caso alla Corte penale internazionale dell’Aja.
Gli Stati Uniti sono rimasti “profondamente turbati” nel vedere le azioni della polizia israeliana durante il funerale della giornalista di Al Jazeera Shireen Abu Akleh a Gerusalemme, ha ammesso il segretario di Stato americano Anthony Blinken. “Siamo rimasti profondamente turbati nel vedere le immagini della polizia israeliana che si intromette oggi nel suo corteo funebre. Ogni famiglia merita di poter far riposare i propri cari in modo dignitoso e senza ostacoli. Rimaniamo in stretto contatto con le nostre controparti israeliane e palestinesi e invitiamo tutti a mantenere la calma ed evitare qualsiasi azione che potrebbe ulteriormente aggravare le tensioni”, ha affermato in una dichiarazione.
Una marea umana al funerale
Una giornata particolare a Gerusalemme, con una vera e propria marea umana a rendere l’ultimo omaggio alla giornalista Shireen Abu Akleh, corrispondente di Al Jazeera uccisa mercoledì mattina da una pallottola mentre seguiva un raid israeliano in Cisgiordania a Jenin. Dopo il solenne omaggio davanti alle autorità dell’Anp a Ramallah, le spoglie della reporter sono state portate oggi a Gerusalemme. La cerimonia funebre si è svolta nella cattedrale dell’Annunciazione della Vergine, chiesa cattolica greco-melchita della città vecchia; poi la bara è stata portata a braccia dalla folla fino al cimitero del Monte Sion.
Per i palestinesi a uccidere la giornalista è stata la pallottola di un cecchino israeliano. E’ una tragedia umana e diplomatica, che ha reso incandescenti le tensioni nella città delle tre fedi, ma anche i rapporti fra Israele e il Qatar, sede di Al Jazeera. Inoltre Shireen Abu Akleh aveva la cittadinanza palestinese e americana, e anche Washington chiede risposte all’alleato isrealiano. I risultati preliminari dell’inchiesta dell’esercito israeliano però non hanno dato una risposta alla provenienza dei colpi, che hanno anche ferito un altro collega giornalista. L’autorità nazionale palestinese ha rifiutato una inchiesta congiunta dichiarando che porterà la vicenda davanti alla Corte Penale Internazionale.