Il 7 percento dei preti cattolici d’Australia è accusato di aver commesso abusi su minori dal 1950 in poi. L’età media delle vittime era di 10 anni e mezzo per le bambine e poco più di 11 anni e mezzo per i bambini. In tutto, fra il 1980 e il 2015, 4.444 persone hanno denunciato abusi sessuali su minori commessi da preti o religiosi di 93 entità della Chiesa cattolica australiana. Sono le cifre rese note oggi in udienza dalla Commissione federale d’inchiesta sulle risposte delle istituzioni agli abusi sessuali su minori, che si avvia a concludere quattro anni di lavoro. E’ l’inchiesta più approfondita sulla pedofilia nella storia d’Australia, che ha indagato su chiese, enti di beneficenza, governi locali, scuole, organizzazioni comunitarie, gruppi di boy scout e club sportivi, e sulla polizia.
IL SILENZIO Le agghiaccianti statistiche sono state presentate dall’avvocato che assiste la Commissione, Gail Furness, che ha rivelato come la Santa Sede abbia rifiutato di consegnare documenti riguardanti sacerdoti australiani accusati di abusi. “La Commissione sperava di acquisire una conoscenza dell’azione intrapresa in ciascun caso”, ha detto Furness. “Ma la Santa sede ha risposto che ‘non era possibile né appropriato fornire le informazioni richieste'”. Lo scopo delle udienze, ha dichiarato il legale della Commissione, è di rispondere alla domanda che rimane nella mente di tante vittime: come hanno potuto gli abusi essere commessi in tale scala? E perché sono stati coperti così a lungo? Le risposte delle diocesi cattoliche e degli ordini religiosi in tutto il paese sono state “tristemente simili”, ha detto. “Le vittime sono state ignorate o peggio, punite. Le denunce non sono state investigate. Preti e religiosi sono stati trasferiti e le parrocchie o comunità dove sono stati trasferiti non sapevano nulla del loro passato.
CIFRE SCIOCCANTI I documenti non sono stati conservati o sono stati distrutti. Hanno prevalso la segretezza e gli insabbiamenti”. Fino al 15% dei sacerdoti in alcune diocesi sono stati accusati di abusi fra il 1950 e il 2015. E fra gli ordini religiosi il peggiore è stato l’ordine di San Giovanni di Dio, dove si ritiene si sia macchiato di abusi uno sconcertante 40%. Una proporzione arrivata al 32% dei Fratelli Cristiani e 20% dei Fratelli Maristi, entrambi ordini che gestiscono scuole. L’ente formato dalla Chiesa cattolica per coordinare la risposta della Chiesa alla crisi, il Consiglio per la Verità, la Giustizia e la Guarigione, ha ammesso che i dati “senza dubbio minano l’immagine e la credibilità del sacerdozio”. “I numeri sono scioccanti, sono tragici e indifendibili”, ha detto trattenendo le lacrime il Ceo del consiglio stesso, Francis Sullivan, che ha parlato di “un massiccio fallimento” della Chiesa e di una corruzione del Vangelo. “Come cattolici , chiniamo il capo per la vergogna”, ha detto. Ha quindi descritto i programmi di cambiamento adottati dalla Chiesa, tra cui la creazione di un ente di controllo degli standard professionali di preti e vescovi, una revisione delle passate denunce di abusi e un schema nazionale di riparazione.